Bolsonaro e Garcia, segretario per gli Affari fondiari, chiudono la partita con l’Incra ed eliminano un’importante minaccia politica
(Rinnovabili.it) – Il presidente brasiliano Bolsonaro ha licenziato Joao Carlos Jesus Correa, capo del consiglio di amministrazione dell’Incra (Instituto nacional de colonização e reforma agrária), l’agenzia responsabile per i diritti delle terre rurali. A riportare la notizia è Reuters che, riferendo quanto dichiarato dalle sue fonti, sottolinea come la scelta del presidente brasiliano sia stata sollecitata dalla lobby agricola del paese, sua irrinunciabile base elettorale.
La ragione del licenziamento riguarderebbe le concessioni di titoli fondiari ai coloni, specialmente in Amazzonia, essendo l’Incra responsabile della delimitazione dei nuovi insediamenti agricoli, per la maggior parte ubicati in zone remote del Brasile e, soprattutto, nell’area della foresta pluviale.
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Tuttavia, con l’amministrazione Correa l’approvazione delle concessioni aveva subito un arresto e, a fronte della recessione economica, la lobby agricola avrebbe spinto affinché le richieste fondiarie (alcune in corso da più di un decennio) fossero finalmente sottoposte al vaglio dell’Istituto. Non a caso, secondo la testata brasiliana Folha de S. Paulo, Correa, ex militare, è stato visto da Bolsonaro e dai suoi collaboratori come una minaccia alla politica di governo.
Infatti, secondo le fonti Reuteurs, le pressioni sull’Incra erano in corso già da mesi. Per quanto le dimissioni di Correa siano arrivate solo ieri – in presenza di Bolsonaro, del ministro dell’Agricoltura Teresa Cristina e del segretario speciale per gli Affari fondiari Nabhan Garcia, posizione creata ad hoc dal governo Bolsonaro – era ormai nota la lunga querelle che coinvolgeva Garcia e lo stesso Correa, la quale si era manifestata nei mesi passati sia con il licenziamento di tutti i direttori dell’Incra nominati con l’amministrazione Correa, sia con pesanti tagli al bilancio dell’Istituto.
Nabhan Garcia, ex membro del Congresso e leader conservatore di lunga data nel settore agricolo, ha sostenuto che lo sblocco delle concessioni fondiarie avrebbe garantito l’accesso al credito e ai finanziamenti da parte di molti agricoltori, risollevando così l’economia brasiliana. Tuttavia, i critici sostengono che questa politica produrrà esclusivamente una “corsa alla terra” con conseguenti danni in termini di tutela e difesa del suolo.
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