In Guatemala verranno distribuiti alle comunità rurali biodigestori domestici in grado di trasformare i rifiuti organici in biogas ed elettricità
(Rinnovabili.it) – Anche il Guatemala si allinea a quella che sembra la tendenza del momento e si prepara a smaltire i propri rifiuti organici per la produzione di elettricità. I batteri che decompongono il materiale biologico sono infatti in grado di produrre biogas per ottenere energia elettrica necessaria per alimentare piccole abitazioni e industrie. Ad oggi le industrie spesso si servono di biodigestori come alternativa effiiciente ed economica che garantisce la riduzione dei rifiuti, la produzione di elettricità e di ottenere compost per fertilizzare i campi.
La tecnologia è stata però resa alla portata delle comunità rurali del Guatemala grazie all’impegno e all’ingegno del messicano Daniel Buchbinder Auron, che ha ideato un minidigestore in grado di produrre biogas sufficiente alle necessità di una famiglia.
Il sistema è composto da grandi depositi sigillati che favoriscono la decomposizione della materia organica, degli avanzi di cibo e scarti prodotti dalle mucche e dai suini impiegandole per la produzione di metano attraverso i batteri. All’interno dei depositi sono presenti 4 differenti tipi di batteri anaerobici che processando gli scarti producono metano utile per la produzione di elettricità.
Dopo la realizzazione del digestore l’ulteriore sfida consiste nel riuscire a diffondere i dispositivi in tutto il paese, riducendo così i costi di produzione dei sistemi e l’impatto inquinante della produzione di rifiuti.
In precedenza il Governo del Guatemala si è interessato alla distribuzione di stufe efficienti per la riduzione del consumo di legna e per garantire alle famiglie la sicurezza delle attività domestiche come la cucina e il riscaldamento. La manovra però non ha avuto tutto il successo sperato.
“L’idea di progettare stufe efficienti per risparmiare tra il 30 e il 60 per cento del legno era a favore delle popolazioni rurali degli altopiani del Guatemala, visto che sette famiglie su 10 si affidano a legna per cucinare” è stato specificato dal ricercatore.