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Acqua dolce: per la gestione degli ecosistemi l’Ue finanzia BioFresh

(Rinnovabili.it) – Attraverso uno studio commissionato dall’Ue si stanno valutando diverse soluzioni con lo scopo di migliorare la gestione e la conservazione degli ecosistemi d’acqua dolce europei. Secondo i ricercatori africani ed europei che stanno collaborando al progetto gli attuali metodi utilizzati per pianificare le strategie di conservazione non starebbero infatti fornendo una protezione adeguata per tali ecosistemi. Le osservazioni degli esperti, contenute in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Conservation Letters appartengono a scienziati provenienti da Belgio, Germania, Paesi Bassi, Senegal, Sud Africa, Svizzera e Regno Unito i cui sforzi sono stati sostenuti da finanziamenti UE rilasciati nell’ambito del progetto BioFresh (‘Biodiversità degli ecosistemi d’acqua dolce: lo stato, le tendenze, le pressioni e le priorità di conservazione’), con una quota di circa 6,5 milioni di euro rilasciati dal Settimo programma quadro dell’UE (7° PQ) per la sezione Ambiente.

Le acque dolci rappresentano uno degli ecosistemi maggiormente minacciati a livello globale e, anche se occupano meno dell’1% della superficie terrestre, ospitano oltre un terzo delle specie conosciute del mondo e circa un terzo di tutti i vertebrati. La crescita della popolazione umana e lo sviluppo economico continuano a minacciare la salute di molti ecosistemi d’acqua dolce a livello mondiale, mettendo in pericolo la loro capacità di sostenere la biodiversità e di fornire i servizi ecosistemici tra cui la fornitura di irrigazione e cibo per gli esseri umani.

I risultati dello studio sono stati elaborati dopo numerose indagini effettuate in bacini africani lungo tutto il continente, catalogando così 4.203 specie di acqua dolce e 3.521 specie di terra e sottolineando le realtà a rischio d’estinzione. Basandosi sui dati ottenuti BioFresh si pone quindi l’obiettivo di realizzare una piattaforma globale di informazione che contenga i dati aggiornati sulla situazione dei bacini entro il 2014, anno nel quale scadrà il progetto che riunisce 19 istituti di ricerca che oltre a fornire i propri dati avranno libero accesso al database.

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