I ricercatori della UAL hanno scoperto che coltivare le microalghe nelle acque reflue è altamente produttivo e fa ottenere biofertilizzanti con alto potenziale e basso impatto ambientale
(Rinnovabili.it) – Ottenere biofertilizzante dalle microalghe coltivate in acque reflue rappresenta un vantaggio sia per il settore della depurazione idrica, processo altamente energivoro, sia perché aumenta la produzione di fertilizzanti a basso impatto ambientale.
L’idea è venuta ad un team di ricercatori dell’Università di Almería (UAL) che ha sviluppato un nuovo metodo per la produzione sostenibile di biofertilizzante per uso agricolo attraverso la coltivazione di microalghe nelle acque reflue. I ricercatori si sono concentrati sull’utilizzo di Muriellopsis sp una microalga in grado di produrre grandi quantità di biomassa, utile nell’alimentazione di bestiame e pesci e di ridurre la presenza di sostanze inquinanti disciolte. Nell’articolo, pubblicato sulla rivista Applied Microbiology and Biotechnology, il team ha dimostrato che la coltivazione di microalghe nelle acque reflue genera grandi quantità di biomassa e contribuisce attivamente al processo di debug, rimuovendo gli inquinanti come l’azoto e fosforo.
“Le microalghe sono in grado di utilizzare questi sali presenti nell’acqua, assimilarli e usarli principalmente nella produzione di biofertilizzante. Inoltre, dal punto di vista economico, questo processo permette una riduzione del costo di riduzione dell’uso di acqua dolce e fertilizzanti artificiali, che hanno un prezzo elevato”, ha spiegato scienziato José María Fernández dell’UAL.