
L’Italia non sta facendo alcun progresso tangibile nella tutela della natura. Alla vigilia delle sessioni supplementari della COP16 della Convenzione sulla Diversità Biologica, che si terranno a Roma dal 25 al 27 febbraio, il Belpaese è in forte ritardo su tutti gli obiettivi stabiliti dalla Strategia Europea sulla Biodiversità (SEB) 2030.
La denuncia arriva da Legambiente, che in vista dell’appuntamento di Roma punta i riflettori sullo stato del “capitale naturale” e della biodiversità nello Stivale con il rapporto “Natura selvatica a rischio in Italia”.
Tutela della natura, i (brutti) numeri dell’Italia
Sono 46.300 le specie a rischio in Italia, calcola l’associazione ambientalista sulla base della lista rossa dello IUCN. Più di 1 milione quelle nella stessa condizione a livello globale. Lo stato di degrado è diffuso, non localizzato in pochi “punti caldi”. Lo dimostra un dato su tutti: il 19,6% del territorio nazionale è minacciato. Quasi metà degli ecosistemi naturali e seminaturali presenti nella penisola. E sono 58 gli ecosistemi a rischio. Di cui ben 7 in pericolo critico, 22 in pericolo e 29 catalogati come vulnerabili.
Difficile pensare che si possa invertire la rotta a breve. Perché a 6 anni dalla scadenza della SEB 2030, l’Italia non ha ancora raggiunto alcun obiettivo. Secondo Legambiente, i progressi sono fermi su più fronti:
- nessuna nuova area protetta terrestre o marina,
- nessun aumento delle zone a protezione integrale,
- nessun miglioramento nelle azioni di contrasto alle specie aliene e al degrado del territorio,
- 70 nuove aree protette marine e terrestri restano in attesa di completamento,
- il registro volontario dei crediti di carbonio nel settore agricolo e forestale non è stato avviato.
Quest’ultima lacuna, secondo la Procura nazionale antimafia, potrebbe favorire l’infiltrazione della criminalità organizzata e delle ecomafie, creando ulteriori rischi per la tutela del capitale naturale italiano.
La priorità dell’Italia per la tutela della natura, sostiene Legambiente, è sicuramente quella di accelerare la protezione della biodiversità. Puntando su alcune azioni chiave, come aumentare la protezione del territorio, frenare la perdita di biodiversità, migliorare la gestione delle aree protette, contrastare le specie aliene invasive, creare aree rifugio per la fauna. Mentre a livello internazionale, come nella riunione della COP16 del 25-27 febbraio, l’Italia dovrebbe spingere per un accordo finanziario ambizioso con adeguati monitoraggi e verifiche.