Dopo l’Arctic Wildlife National Refuge, Biden ferma le trivelle in Alaska anche nella NPR
Gli Stati Uniti dicono basta a nuove trivelle in Alaska, ma non cancellano le concessioni esistenti né i progetti il cui iter autorizzativo è ancora in corso. Una soluzione intermedia tra le richieste degli ambientalisti e quelle di gran parte della politica locale che mette fine ad anni di annunci, smentite e voltafaccia.
Stop parziale alle nuove trivelle in Alaska
Al centro della mossa dell’amministrazione Biden c’è la National Petroleum Reserve (NPR), un’area di quasi 100.000 km2 nell’estremo nord dell’Alaska, affacciata sul mare di Beaufort. Come suggerisce il nome, è una delle regioni dove si concentra buona parte delle riserve di idrocarburi degli Stati Uniti. Secondo le stime dello United States Geological Surveys (USGS), solo i giacimenti ancora non scoperti potrebbero contenere quasi 900 milioni di barili di petrolio e circa 1.500 miliardi di m3 di gas.
Ma la NPR è anche una regione preziosissima per gli ecosistemi locali e la biodiversità. Si trova appena a ovest dell’Arctic National Wildlife Refuge – anch’essa un’area interessata da un braccio di ferro serrato sulle trivelle in Alaska, sotto l’amministrazione Trump – e vi rivaleggia per importanza ecologica per decine di specie di uccelli migratori, pesci d’acqua dolce e caribù.
La Casa Bianca ha stabilito il 10 aprile che non saranno rilasciate ulteriori concessioni a trivelle in Alaska in oltre metà di quell’area, 56.000 km2 designati come aree speciali. Ma non si è spinta fino a stralciare i piani per i progetti già in corso o in via d’approvazione. Su tutti il controverso progetto Willow di ConocoPhillips. Che ha ricevuto un primo parere positivo l’anno scorso dalla stessa amministrazione Biden: 199 nuovi siti estrattivi che nel complesso dovrebbero pompare 180.000 barili di petrolio al giorno, cioè l’1,5% dell’attuale produzione nazionale. In 30 anni di vita stimata dovrebbe generare 263 milioni di tonnellate di gas serra.
Per qualche nuovo progetto, però, è stato decretato lo stop. La Casa Bianca ha infatti bocciato il piano di costruire una nuova arteria stradale di 340 km che attraversi l’intero quadrante nord-occidentale della NPR. Era stata proposta come infrastruttura fondamentale per lo sviluppo dell’estrazione di minerali critici nell’area (rame, cobalto, zinco, argento, oro). Per cui però, al momento, non esistono ancora concessioni.