In media il calo delle popolazioni è del 62%. Ma per le sole specie già considerate a rischio si sale all’81%. E in alcuni casi si registrano picchi da estinzione: anche il 99,9%
Uno studio quantifica gli effetti del traffico illegale di specie selvatiche in combinazione con le pratiche legali
(Rinnovabili.it) – Il traffico illegale di specie selvatiche, combinato con la compravendita legale, sta letteralmente decimando alcune delle popolazioni di specie più a rischio. In media il declino di individui per ciascuna specie, nelle aree soggette a caccia e prelievi, è del 62%. Ma per alcuni animali la tendenza è anche peggiore e arriva al 99,9%.
Lo rivela uno studio scientifico pubblicato su Nature Ecology & Evolution, il primo lavoro in questo campo a fornire la quantificazione dell’impatto del traffico illegale di specie selvatiche congiuntamente a quello legale. Il team di ricercatori dell’università di Sheffield hanno mappato 133 specie. Se si considerano solo quelle etichettate come a rischio, il calo medio di popolazione è dell’81%. Una Caporetto per la biodiversità.
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Gli scienziati hanno scelto di calcolare l’impatto congiunto sia delle attività legali che di quelle illegali perché dal punto di vista conservazionista hanno effetti identici: sottraggono esemplari al loro habitat. Lo studio si basa su una revisione sistematica della letteratura scientifica in materia, da cui sono stati isolati quei lavori che forniscono set di dati sufficienti. Su questi, i ricercatori inglesi hanno lavorato in modo comparativo, confrontando i dati riportati dalla letteratura con l’andamento della popolazione di quelle specie in siti di controllo, quindi non soggetti a prelievi legali o di straforo.
“Tutte queste diverse forme di commercio stanno sopprimendo l’abbondanza della fauna selvatica in modo davvero drammatico”, spiega al Guardian David Edwards, co-autore dell’articolo. “Il fatto che stiamo assistendo a cali così gravi su molti diversi tipi di specie e su diverse scale in cui avviene il commercio penso che sia una sorpresa. E penso che sia qualcosa di cui tutti dobbiamo essere veramente preoccupati “.
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Lo scorso aprile, in un rapporto per la Commissione europea, il programma TRAFFIC del WWF faceva il punto sul traffico illegale di specie selvatiche e il suo impatto su biodiversità e salute. Il dossier registra un incremento del 7% nella compravendita illegale di fauna e flora selvatiche nella sola Europa nel 2018. Dati parzialissimi, visto che una buona fetta di questi traffici è diretta verso i mercati asiatici. A livello globale, spiega l’UNEP, il programma ambientale dell’ONU, il traffico illegale di flora e fauna si aggirerebbe, ogni anno, tra i 10 e i 23 miliardi di dollari.