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Sta tornando il traffico illecito di animali selvatici nel mondo

Traffico illecito di animali selvatici: in ripresa nonostante la pandemia
via depositphotos.com

Allarme dell’UNODC sulla ripresa di traffico illecito di animali selvatici

(Rinnovabili.it) – La pandemia non è servita per voltare pagina sul traffico illecito di animali selvatici. Ci sono tutti i segnali che il contrabbando di specie esotiche e di fauna a rischio si sta rimettendo in moto. Lo sostiene l’UNODC, l’ufficio delle Nazioni Unite per la droga e la criminalità che monitora questo tipo di fenomeni transnazionali, in un rapporto che sarà pubblicato a breve.

Quando il COVID-19 è esploso in tutto il mondo, anche il traffico illecito di animali selvatici ha subito una batosta. I trafficanti non potevano operare con i lockdown e i controlli rafforzati alle frontiere. E nel mercato illegale c’è stato un pesantissimo calo della domanda. Che non stupisce, visto che i contatti con la fauna selvatica sono tra le cause principali della diffusione di malattie zoonotiche. Un tema di cui tutti, nostro malgrado, abbiamo recepito qualche nozione di base.

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Ma sarà così per sempre? L’UNODC pensa di no. A trainare il mercato globale del traffico illecito di animali selvatici sarà ancora una volta il sud-est asiatico. I funzionari dell’UNODC segnalano che tra Cina e Vietnam di recente la polizia ha fermato alcuni carichi di pangolino, segnale inequivocabile di una ripresa del contrabbando su scala internazionale.

Ma sarebbe sbagliato pensare che i trafficanti durante la prima fase della pandemia abbiano appeso doppietta e trappole al chiodo in attesa del ritorno alla normalità. Questo settore illecito, al contrario, è entrato in una fase di accumulo. Il contrabbando non si è mai davvero fermato: la cattura di fauna selvatica è proseguita, si sono solo congelate le spedizioni oltreconfine. I trafficanti hanno aumentato le scorte, in attesa che il mercato torni a dare segni di vita e i prezzi salgano di nuovo. Una situazione comune a tutti i paesi lungo il fiume Mekong: Cina, Laos, Tailandia, Myanmar.

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Secondo stime del WWF, il commercio illegale di animali selvatici muove qualcosa come 20 miliardi di dollari l’anno. Quello delle scaglie di pangolino o di polvere di corno di rinoceronte è il quarto mercato criminale del pianeta ed è anche una della cause principali della perdita di biodiversità in alcune aree del mondo.

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