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Biodiversità: il mondo si prepara ad un’unica tassonomia naturale

Fino ad oggi, non è mai esistita una definizione unica di cosa sia una specie e non c‘è stato accordo sui metodi per attribuire l'appartenenza di un essere vivente ad una specifica classificazione.

Tassonomia naturale
Credits: Erik Karits da Pixabay

Un gruppo di ricercatori intende produrre la prima tassonomia naturale universalmente valida

(Rinnovabili.it) – Un gruppo di ricercatori provenienti da diverse università del mondo ha deciso di creare il primo elenco universalmente riconosciuto di specie presenti sul pianeta. Lo scopo, oltre che porre fine a secoli di disaccordo e confusione sulla tassonomia naturale, è quello di creare le basi per una governance responsabile e consapevole della biodiversità, così da migliorare gli sforzi per la salvaguardia delle specie minacciate di estinzione e per la biosicurezza.  

Finora, i biologi non hanno mai raggiunto un accordo su ciò che definisce univocamente una specie, intesa come la classificazione più elementare di un organismo. Per fare solo un esempio, prove scientifiche indicano che gli elefanti africani appartengono in realtà a due specie diverse: l’elefante della foresta e l’elefante della savana. Tuttavia, le principali organizzazioni di conservazione come la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites) e l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ne riconoscono solo una.

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Una definizione ampiamente usata di “specie” è incentrata sulla possibilità che due individui possano mettere al mondo prole vitale (cioè in grado, a sua volta, di procreare). Ma in diversi casi, le linee tra le specie sono sfumate, causando così disaccordo su un’univoca tassonomia naturale. Per questo motivo, vengono implementate nuove tecniche di ricerca, tra cui l’analisi genomica e le scansioni micro CT (delle TAC su microscala).

Lo scopo di un elenco univoco di classificazione è anche quello di mostrare che le specie sono nient’altro che un costrutto umano, e che in realtà ciascun individuo rappresenta un insieme di caratteristiche biologiche per nulla unitarie e che mutano nel tempo. I principi per la creazione di una tassonomia naturale non vedrebbero impegnati i soli biologi, ma anche altre parti interessate come ambientalisti e governi.

Al momento non esiste un modo universalmente accettato per risolvere le controversie tassonomiche sulla classificazione delle specie, e molti organismi (istituzionali e non) fanno spesso affidamento su classificazioni concorrenti. Paradigmatico è il caso di alcuni invertebrati nelle profondità marine. Per classificarli, il Cites e l’IUCN usano due elenchi diversi.

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Questo significa che, in teoria, “puoi trovare una specie minacciata di estinzione in Cites, ma non nelle liste rosse stilate da IUNC”, chiarisce Frank Zachos, responsabile del Museo di Storia naturale di Vienna. Ma questo non vuol dire che ci sia disaccordo sulla minaccia in sé, quanto piuttosto sulla classificazione. Le modifiche agli elenchi Cites, inoltre, spesso richiedono più tempo, perché hanno conseguenze giuridicamente vincolanti per le piante e gli animali in via di estinzione.

Ovviamente, i ricercatori sono ben consapevoli di andare incontro a delle forzature: “hai una specie o no, hai una sottospecie o no? Si impone un sistema binario a un continuo processo di evoluzione. Ci saranno sicuramente problemi”, sottolinea Zachos. Tuttavia, l’armonizzazione della tassonomia naturale potrebbe rappresentare un primo fondamentale passo per stimolare azioni congiunte e coordinate di conservazione della biodiversità.