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Specie minacciate, IUCN: il 10% della vita marina è a rischio estinzione

Pubblicato l’ultimo aggiornamento della Red List dell’Unione internazionale per la conservazione della natura, la più grande organizzazione conservazionista al mondo. Tra le new entry il dugongo, il 44% delle specie di abaloni e il corallo pilastro. In 4 casi su 10, le specie sono colpite negativamente dalla crisi climatica

Specie minacciate: il 10% della vita marina è a rischio estinzione
Corallo pilastro, Honduras. Via depositphotos.com

Più di 1.550 delle 17.903 specie di piante e animali marini monitorati sono ormai nella lista delle specie minacciate

(Rinnovabili.it) – Il 10% della vita marina è a rischio estinzione. Più di 1.550 delle 17.903 specie di piante e animali monitorate dalla IUCN sono ormai nella lista delle specie minacciate. È “una tempesta perfetta di attività umane insostenibili che decimano la vita marina in tutto il mondo”, afferma Bruno Oberle, direttore generale dell’Unione internazionale per la conservazione della natura.

Il clima colpisce il 41% delle specie minacciate

Tra i fattori più decisivi, la crisi climatica. In più di 4 casi su 10, le specie minacciate subiscono in modo negativo l’impatto del cambiamento climatico, riporta l’ultimo aggiornamento della IUCN Red List, pubblicato mentre in Canada è in corso la COP15, il vertice internazionale da cui emergerà l’accordo per tutelare la biodiversità da qui al 2030. Che si aggiunge all’inquinamento, alla diffusione di malattie, e alla pesca insostenibile e illegale.

Nuovi ingressi nella Red List

Il più grande mammifero marino erbivoro, il dugongo, entra per la prima volta nella lista sotto la voce delle specie a rischio estinzione. Africa orientale e Nuova Caledonia sono le regioni dove la popolazione locale di dugongo è più a rischio, rispettivamente con 250 e 900 esemplari adulti. Le cause del declino? I dugonghi vengono pescati involontariamente, anche a causa dell’uso di reti a strascico, e subiscono urti con le imbarcazioni. Ma il declino è dovuto anche alla produzione di gas e petrolio offshore in Africa orientale, all’inquinamento chimico, e alla moria delle alghe di cui si nutre questo animale, principalmente a causa dell’inquinamento generato dall’estrazione di nickel in Nuova Caledonia e dall’uso di fertilizzanti e pesticidi in agricoltura.

Sono specie minacciate anche il 44% delle specie di orecchie di mare, molluschi conosciuti anche come aliotidi o abaloni. “Gli abaloni riflettono in piccolo la disastrosa gestione degli oceani da parte dell’umanità: pesca eccessiva, inquinamento, malattie, perdita di habitat, boom di alghe, riscaldamento e acidificazione, solo per citare alcune minacce. Sono davvero il canarino nella miniera di carbone”, spiega Howard Peters, membro del Gruppo specialistico Molluschi della IUCN.

Una moria di massa è quella che ha portato il corallo pilastro, diffuso in tutti i Caraibi, a vedere un crollo della popolazione dell’80% in appena 30 anni. Numeri che hanno indotto la IUCN a riclassificare questa specie da ‘vulnerabile’ a ‘specie criticamente minacciata’.