La diffusione delle specie aliene sta diventando un’emergenza ambientale che crea danni gravissimi. Se la globalizzazione facilita il trasporto di questi esemplari, il nostro primo nemico è il cambiamento climatico. Le specie aliene arrivano perlopiù dai paesi tropicali e il riscaldamento climatico ha ampliato il loro habitat
Specie aliene, un’emergenza ambientale
Per specie aliene si intendono piante o animali esotici che l’uomo introduce (volontariamente o involontariamente) in un posto diverso dal loro areale naturale (ovvero l’area geografica in cui vive una determinata specie).
La diffusione delle specie aliene, che inizialmente è stata sottovalutata, sta diventando una emergenza ambientale. Infatti, rappresenta una minaccia per la biodiversità, altera i normali processi biologici, può danneggiare la salute delle persone e sicuramente comporta danni diretti alle attività economiche. In questo caso, la specie aliena viene definita invasiva.
Quali sono le specie aliene?
Uno dei primi esempi è stato il calabrone asiatico, arrivato dalla Cina circa venti anni fa. In Africa, il pesce persico del Nilo sta uccidendo ogni forma di vita nel Lago Vittoria.
Esistono però anche esempi più antichi: alla fine dell’Ottocento, un appassionato introdusse alcuni esemplari di storni negli Stati Uniti, dove si sono moltiplicati a dismisura sostituendo le specie autoctone.
A volte si è pensato di far bene, e ci si è accorti troppo tardi dell’errore. È il caso della cozza zebrata (Dreissena polymorpha), introdotta per la sua capacità di depurare dalle sostanze inquinanti. Peccato che abbia anche grandi capacità incrostanti: intasa tubature e griglie, distrugge gli scafi delle barche, ricopre qualunque superficie rigida sommersa e altera gli ecosistemi.
La competizione alimentare dello scoiattolo grigio americano (Sciurus carolinensis) con lo scoiattolo rosso italiano (Sciurus vulgaris) ne sta minacciando la sopravvivenza.
Una situazione che si sta ripetendo anche con il gambero rosso della Louisiana che nei fiumi sta soppiantando quello italiano.
Negli ultimi anni abbiamo visto di cosa è capace il punteruolo rosso: si insedia all’interno delle palme, dove svolge il suo ciclo vitale, e le porta alla morte.
La povera vongola verace autoctona è sotto doppio attacco: da una parte la vongola filippina che ne prende il posto, dall’altra il granchio blu che le divora.
Un grande danno ambientale è quello commesso da un’alga killer di origine tropicale (Caulerpa taxifolia). Introdotta accidentalmente nel Mediterraneo, sta distruggendo la Posidonia oceanica (messa a dura prova anche dall’azione umana), così preziosa per la stabilità dei nostri fondali.
Che danni provocano?
In tutto il mondo esistono 37mila specie aliene; il 10% di queste sono invasive.
Negli anni, hanno provocato danni ingenti e continuano a provocarne. Secondo il CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique) il valore dei danni è enormemente sottostimato, ma grosso modo è quantificabile in centinaia di migliaia di dollari.
Anche in questo caso, il nostro primo nemico è il cambiamento climatico. Le specie aliene arrivano perlopiù dai paesi tropicali e il riscaldamento climatico ha ampliato il loro habitat.
Un caso esemplare, al di fuori dell’Europa, è il coniglio. Introdotto nelle Hawaii nel 1903 è diventato una vera e propria calamità: privo di predatori, si è riprodotto a dismisura e in venti anni ha portato all’estinzione di 26 specie locali di piante e 3 specie di uccelli.
In Australia non si è comportato meglio: ha spogliato il suolo fino a causare l’erosione del terreno e milioni di dollari di danni. Finora nessun rimedio ha funzionato: né la caccia, né le recinzioni, né minare le tane.
Possiamo liberarci delle specie aliene?
Purtroppo, sembra che sia una lotta impari. Forse perché è più semplice pagare i danni che a fare una prevenzione capillare.
Basta pensare che un regolamento dell’Unione Europea elenca le specie che è vietato introdurre (poi integrato da un nuovo regolamento del 2022): peccato che ne siano indicate poche tra vegetali e animali, mentre gli scienziati hanno identificato ben 5mila specie aliene.
Ogni anno l’UE spende 12 miliardi di euro per monitorare le nuove invasioni e gestire quelle già insediate. Tuttavia, la prevenzione costerebbe dieci volte di meno.
È anche vero che gli spostamenti di merci e persone da una parte all’altra del globo continuano ad aumentare, e con essi quelli delle specie aliene: si stima che ogni giorno sui nostri mezzi di trasporto (auto, aerei, navi) viaggino 3-4mila specie aliene.
Liberarsene non è facile, ma da qualche parte bisogna pur cominciare. Ad esempio, in Nuova Zelanda i controlli delle merci in porti e aeroporti, prima che sbarchino, sono rigidissimi.
Poiché anche il turismo è un vettore di diffusione di specie aliene, teniamo presenti due semplici regole di base: non portare piante o animali esotici dall’estero; non gettare mai le piante né rilasciare gli animali in natura.