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In 50 anni perso il 70% delle popolazioni animali. È la sesta estinzione di massa?

sesta estinzione di massa
via depositphotos.com

Il WWF pubblica il Living Planet Report 2022

(Rinnovabili.it) – Dal 1970 abbiamo perso quasi il 70% delle popolazioni animali: il mondo della scienza parla di sesta estinzione di massa ed esorta i decisori politici a interventi urgenti per la tutela della biodiversità.

Il dato è tratto dal Living Planet Report biennale curato dal WWF e della Zoological Society of London (ZSL), il cui indice parte dall’analisi globale di 32.000 popolazioni appartenenti a 5.230 specie animali per mostrare le variazioni quantitative nella fauna selvatica del Pianeta. 

Il rapporto mostra come in poco meno di 50 anni la diminuzione abbia avuto la media del 69%: solo due anni fa la media era del 68%, quattro anni fa non superava il 60. 

Molti scienziati ritengono che stiamo inconsapevolmente vivendo la sesta estinzione di massa della storia della Terra, la prima dopo quella dei dinosauri, e che a causarla siano le azioni degli umani. 

A partire da queste considerazioni gli 89 autori del report esortano i leader globali che si riuniranno a dicembre in Canada per la COP15 sulla biodiversità a trovare un accordo che riduca le emissioni e fermi la distruzione delle specie. 

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Siamo di fronte alla sesta estinzione di massa?

Il report delinea il quadro della perdita di esemplari di più di 5.000 specie di animali appartenenti alla fauna selvatica di tutto il Pianeta. Una importante parte del declino riguarda l’America Latina e la regione caraibica, inclusa l’Amazzonia: in 48 anni l’indice ha registrato la perdita del 94% delle popolazioni.

Anche i dati africani sono preoccupanti, con un calo del 66%; seguono l’Asia e il Pacifico con il 55%, il Nord America con il 20%. Europa e Asia centrale hanno registrato un calo del 18%. 

Per rendere l’idea di come questo si traduca nella realtà, gli autori hanno spiegato che è come se fosse scomparsa la popolazione umana di tutta Europa, delle Americhe, dell’Africa, dell’Oceania e della Cina messe insieme. 

Il report indica le principali responsabilità di quanto avviene nell’uomo, e in particolare al consumo di suolo che affligge il Pianeta: secondo i ricercatori gli animali non riescono a muoversi liberamente a causa delle infrastrutture umane o dei terreni agricoli. La mano dell’uomo si è estesa su quasi tutta la superficie utile del pianeta: solo il 37% dei fiumi più lunghi di 1.000 km possono scorrere liberamente senza barriere, e tra tutte le aree protette della Terra solo il 10% sono collegate tra loro. 

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