La co-estinzione aumenta le stime sulla scomparsa delle specie
(Rinnovabili.it) – Entro fine secolo dal Pianeta sparirà il 27% delle specie animali. A prescindere dalle nostre azioni oggi e in futuro. Inclusi il rispetto dei nuovi obiettivi sulla protezione della natura al 2030 approvati oggi dalla COP15 sulla biodiversità. È l’estinzione ‘incorporata’ nel livello di crisi climatica e di cambio di uso dei suoli di oggi, che sarà innescata da un effetto domino ormai messo in moto. Ma già entro il 2050, la scomparsa delle specie riguarderà 1 animale su 10.
La conferma che la 6° estinzione di massa è in corso arriva da uno studio del JRC dell’UE e dell’università di Flinders. Lo studio, pubblicato su Science Advances, ha valutato l’andamento delle estinzioni primarie e delle co-estinzioni fino al 2100 a partire da un modello simulato che include l’impatto di clima e suolo su 15mila catene alimentari intrecciate tra loro. Il tutto elaborato da uno dei supercomputer più potenti disponibili in Europa.
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Grazie alla simulazione si riesce a tener traccia non solo dell’estinzione ‘diretta’ di animali, dovuta a perdita di habitat, ma anche delle estinzioni ‘secondarie’, vale a dire la scomparsa delle specie che dipendono dalle prime e che vedono perturbata la loro catena alimentare. “Pensate a una specie predatrice che perde la sua preda a causa dei cambiamenti climatici. La perdita della specie predata è una ‘estinzione primaria’, perché ha ceduto direttamente a un disturbo. Ma non avendo nulla da mangiare, anche il suo predatore si estinguerà (una “co-estinzione”). Oppure, immaginiamo che un parassita perda il suo ospite a causa della deforestazione, o che una pianta in fiore perda i suoi impollinatori a causa del troppo caldo. Ogni specie dipende in qualche modo dalle altre”, spiega Corey Bradshaw, co-autore dell’articolo.
In questo modo è possibile ottenere una stima più precisa della dimensione della scomparsa delle specie. La simulazione, condotta su tre diversi scenari climatici dell’IPCC, mostra che le estinzioni secondarie sono il 34% in più di quelle che sarebbero stimate se si considerassero solo gli effetti diretti. Un dato significativo riguarda poi le specie più a rischio estinzione: usando questo modello, la loro scomparsa entro fine secolo aumenta del 184%.
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