Un nuovo studio ha valutato il rischio estinzione a partire da 25mila specie marine
(Rinnovabili.it) – Acque più calde ed acide, eventi estremi in aumento e destabilizzazione degli ecosistemi marini. Il riscaldamento globale sta già producendo effetti visibili sui nostri oceani, con danni a catena sulle specie marine che vi abitano. E se la situazione dovesse peggiorare, si prospetta un futuro desolante per le grandi masse d’acqua. Secondo un nuovo studio internazionale, pubblicato in questi giorni su Nature Climate Change, entro la fine del secolo il 90% della vita oceanica potrebbe essere a rischio estinzione.
Il lavoro ha esaminato in maniera puntale ed ampia l’impatto delle emissioni di gas serra su 25.000 specie, tra pesci, batteri, piante e protozoi. Le pessime proiezioni sono legate allo scenario climatico di riferimento SSP5-8.5, parte di quei “Percorsi Socioeconomici Condivisi” (Shared Socioeconomic Pathways – SSP) forniti dall’IPCC nel 2021. Per la precisione, gli esperti dell’IPCC hanno valutato 5 “possibili futuri climatici”, esplorando scenari con diversi livelli di emissioni di gas serra, da molto basse a molto alte. Ed è proprio quest’ultimo ad essere etichettato come SSP5-8.5, corrispondente ad un futuro in cui l’aumento della temperatura atmosferica globale si colloca tra i 3 e i 5 gradi Celsius.
leggi anche Le nostre stime sull’estinzione di massa in corso sono sbagliate
Lo studio mostra come nello scenario peggiore circa il 90% di tutta la vita marina scomparirebbe entro il 2100. Ad essere in pericolo sarebbero soprattutto i grandi predatori – come il marlin, gli squali e i tonni – e le specie ittiche legate ad aree ad intesa attività di pesca. Oltre ovviamente a quelle degli ecosistemi subtropicali e tropicali. Si tratta ovviamente di una previsione estrema ma gli autori ricordano come già oggi un decimo degli oceani contenga ecosistemi in cui il rischio climatico aggregato, l’endemismo e la minaccia di estinzione delle loro specie costituenti sono elevati.
Non mancano i dati incoraggianti. Gli autori hanno anche scoperto che se le emissioni di gas serra venissero ridotte nella misura delineata dall’Accordo di Parigi sul clima, anche solo puntando al target meno ambizioso, il rischio di estinzione sarebbe ridotto di circa il 98,2%. “La mitigazione delle emissioni (SSP1-2.6) riduce il rischio per quasi tutte le specie, migliora la stabilità dell’ecosistema e avvantaggia in modo sproporzionato le popolazioni con insicurezza alimentare nei paesi a basso reddito”, si legge nell’abstract della pubblicazione. “La nostra valutazione del rischio climatico può aiutare a stabilire la priorità delle specie e degli ecosistemi vulnerabili per la conservazione marina adattata al clima e gli sforzi di gestione della pesca”.