A causa del riscaldamento degli oceani e della mancanza di adattamento, numerose specie marine stanno abbandonano la zona equatoriale
(Rinnovabili.it) – Dall’era pre-industriale a oggi gli ecosistemi marini hanno registrato, in media, un aumento di temperatura di 1°C. Questi incrementi hanno portato a profondi e diffusi cambiamenti nelle dimensioni delle popolazioni delle specie marine.
A sostenerlo è un nuovo studio che ha permesso un’analisi globale ed approfondita delle tendenze nella distribuzione di 304 specie ampiamente diffuse in mari e oceani nell’ultimo secolo, “dal fitoplancton ai pesci e ai mammiferi marini”. Utilizzando i dati raccolti nella letteratura scientifica i risultati hanno mostrato che la ricchezza di specie è più significativa nella zona polare, mentre “il declino nel numero di specie si è dimostrato molto più rilevante laddove il campionamento ha avuto luogo verso l’equatore”. In altre parole molti animali stanno abbandonando le are più calde spostandosi verso acque più fresche
“La principale sorpresa è quanto siano pervasivi gli effetti”, afferma Martin Genner, uno degli autori ed un ecologo evoluzionista all’Università di Bristol. “Abbiamo trovato la stessa tendenza in tutti i gruppi di vita marina che abbiamo visto, dal plancton agli invertebrati marini e dai pesci agli uccelli marini”.
Leggi anche: “Surriscaldamento degli oceani: come 5 bombe di Hiroshima al secondo”
Questi dati suggeriscono quindi che l’adattamento climatico non ha fornito agli ecosistemi marini un cuscinetto di protezione contro gli effetti negativi del riscaldamento degli oceani. “Sulla base di questi risultati, mostriamo che gli aumenti previsti della temperatura del mare fino a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali entro il 2050 continueranno a guidare i cambiamenti nell’abbondanza di specie marine, compresi quelli fondamentali per i mezzi di sussistenza costieri”.
Quindi il surriscaldamento dell’oceano “influisce intrinsecamente sulle prestazioni delle specie a livello locale“, come spiega Genner. “Vediamo specie come il pinguino imperatore diminuire continuamente di numero quando l’acqua diventa troppo calda verso l’equatore, e vediamo alcuni pesci, come la spigola europea, prosperare nelle zone polari dove erano rari”.
In futuro, secondo i ricercatori, vi sarà una continua perdita di vita marina, ma sono necessari ulteriori studi per comprendere in che modo i cambiamenti climatici stanno influenzando gli ecosistemi in tutte le regioni del mondo.
Leggi anche: “Tutela degli oceani: urgenti 8,5 milioni di km2 di nuove aree marine protette”