Le aree vincolate per protezione della natura sono 2,4 mln di km2
(Rinnovabili.it) – Di linea rossa in linea rossa, oggi circa un quarto del territorio cinese è tutelato da una qualche forma di protezione ecologica. L’annuncio arriva da Cui Shuhong, direttore del Dipartimento per la conservazione della natura e dell’ecologia del Ministero dell’Ambiente, che è responsabile per l’implementazione della politica di “Linee rosse per la conservazione ecologica”. La Cina guarda alla Cop15 di Kunming sulla biodiversità, che ospiterà a ottobre, e tira a lucido le credenziali per presentarsi come un paese all’avanguardia sulla protezione della natura.
Nel 1998 la valle dello Yangtze, il Fiume Azzurro che sfocia nel mar cinese orientale dopo una corsa di 6.300 km, fu travolta da una serie di poderose inondazioni. I morti furono 3.000, 20 miliardi di dollari la stima della distruzione. L’enormità dei danni a cose e persone dipendeva dall’eccessivo sviluppo urbano e industriale. Il consumo di suolo aveva distrutto habitat e ecosistemi, e gettato le basi per il disastro ambientale. Da qui parte la politica cinese delle linee rosse, entrata in vigore su scala nazionale nel 2010.
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In cosa consiste? Ogni provincia deve individuare una serie di aree da mettere sotto tutela oppure da gestire in modo sostenibile. L’obiettivo è proteggere le specie animali minacciate (tra cui gli impollinatori), i loro habitat, ma anche rafforzare la prevenzione di eventi come inondazioni e tempeste di sabbia, garantire la fornitura di acqua pulita, consolidare altri servizi ecosistemici, proteggere le aree più soggette a erosione. Un ventaglio di criteri legati alla conservazione della diversità biologica e alla protezione della natura regola la definizione di queste aree.
La soglia del 25% era l’obiettivo fissato per i primi 10 anni di policy. Si tratta di un’area spezzettata sull’intero territorio nazionale e concentrata soprattutto nelle sue aree periferiche – Mongolia Interna, regione himalayana, estremo nord-ovest. In tutto sono 2,4 mln di km2, tanto quanto Francia, Spagna, Italia, Germania e Turchia messe insieme.
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Forte di questa politica, Pechino vuole provare a farla adottare a livello globale durante la Cop15, dove i delegati dovranno provare a stringere un accordo vincolante simile a quello sul clima di Parigi.