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Protezione degli oceani, l’UE promette 814 mln euro per il 2023

Protezione degli oceani: l’UE promette 814 mln euro per il 2023
Foto di Irina Iriser su Unsplash

In discussione anche un trattato sulla protezione degli oceani che non ricadono in alcuna giurisdizione nazionale

(Rinnovabili.it) – L’Europa promette più di 800 milioni di euro nel 2023 per aumentare la protezione degli oceani suddivisi in 39 progetti in tutto il mondo. La cifra più alta mai stanziata da Bruxelles in materia. Lo ha annunciato ieri il rappresentante Ue alla Our Ocean Conference, l’appuntamento annuale che riunisce paesi da tutto il mondo per catalizzare l’azione in difesa dei mari globali.

La fetta maggiore, circa 320 milioni di euro, sarà destinata alla ricerca sugli oceani, per proteggere la biodiversità marina e affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici. Molti i progetti annunciati. Tra cui lo sviluppo di un gemello digitale dell’oceano, un modello popolato di dati storici e in tempo reale per rappresentare il passato e il presente e creare modelli per simulare scenari futuri. E supporto all’attuazione dell’Alleanza per la ricerca e l’innovazione nell’oceano di tutto l’Atlantico. “Ciò sosterrà gli obiettivi della missione dell’UE “Ripristinare i nostri oceani e le nostre acque entro il 2030”, che ha fissato obiettivi ambiziosi entro il 2030: pulire le acque marine e dolci, ripristinare gli ecosistemi e gli habitat degradati e decarbonizzare l’economia blu”, ricorda l’UE in una nota.

Altri 250 milioni di euro sono destinati a migliorare la flotta di satelliti per il monitoraggio del clima e degli ecosistemi. In particolare, questi fondi serviranno per lanciare il satellite Sentinel-1C, che svolgerà un ruolo cruciale nel garantire la continuità del monitoraggio dell’Artico.

Verso un trattato sulla protezione degli oceani?

Da quando è stata lanciata, nel 2014, la Our Ocean Conference ha mobilitato più di 1800 progetti per un valore di circa 108 miliardi di dollari. E protetto più di 13 milioni di km2 di oceano. Quest’anno, però, sotto i riflettori c’è la possibilità di arrivare a un trattato internazionale per la protezione dell’alto mare, ovvero delle acque internazionali che non appartengono alla zona economica esclusiva di alcuno Stato.

Finora, per questa porzione assolutamente maggioritaria degli oceani (il 60%) non ha alcuna forma di tutela legalmente riconosciuta. Con questo trattato, formalmente noto come “Accordo internazionale sulla biodiversità al di là delle giurisdizioni nazionali”, si darebbe tutela alla flora e alla fauna marine, tutelando quegli ecosistemi che oggi si trovano in un far-west giuridico.

Alla vigilia dell’avvio della conferenza Our Ocean, il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres aveva chiesto ai negoziatori di concludere un trattato “solido e ambizioso”. “Il nostro oceano è sotto pressione da decenni. Non possiamo più ignorare l’emergenza oceani”, ha detto.

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