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Piccoli Comuni e alberi monumentali, storie di persone e territori

Gli alberi sono una risposta efficace alla crisi climatica, ma piantarli non basta, servono manutenzione e gestione, oltre alla capacità di affrontare in modo diverso i problemi che li riguardano. Di Piccoli Comuni e alberi monumentali d’Italia si è parlato durante il Seminario Estivo di Symbola

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di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Del Rapporto Piccoli Comuni e alberi monumentali d’Italia, oltre al valore della ricerca, ha attirato la nostra attenzione un dettaglio apparentemente insignificante in copertina: Le Geografie di Symbola.

Piccoli Comuni e alberi monumentali, analisi del territorio nazionale

La geografia è diventata una materia secondaria, invece aiuta a capire la storia, la letteratura, le persone. Fa tutto parte di quella visione complessiva delle cose e delle persone che è il sentire di Fondazione Symbola. Superare il qui e ora per guardare lontano mettendo in connessione persone e territori per raggiungere un obiettivo comune.

Anche nel caso del Rapporto Piccoli Comuni e alberi monumentali d’Italia – che Fondazione Symbola ha realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare (MASAF) e delle Foreste – non ci si ferma al singolo caso ma si fa una panoramica del territorio italiano per capire come trovare una sintesi comune.

Gli alberi, una risposta alla crisi climatica

Gli alberi sono una risposta efficace alla crisi climatica, come è stato affermato dai relatori che hanno partecipato all’incontro “Patrimonio forestale e alberi monumentali d’Italia” svoltosi nell’ambito del XXI Seminario Estivo di Fondazione Symbola.

Il Rapporto ricorda uno studio della Yale University: 3mila miliardi di alberi in tutto il Pianeta che ogni anno assorbono 16 miliardi di tonnellate di anidride carbonica e, con l’energia del sole, li trasformano in nutrienti e ossigeno.

Gli alberi hanno una funzione fondamentale per la salute del Pianeta e quindi per la nostra, per la transizione ecologica delle città, dove sono indispensabili per la mitigazione del calore: senza alberi ci sarebbero 3-4 gradi di temperatura in più.

Piantare gli alberi è sufficiente? No, vanno curati e innaffiati, altrimenti nell’arco di tre anni al massimo saranno tutti morti. Il problema è proprio nella manutenzione, che richiede impegno e investimenti.

Inoltre, gli alberi in città vivono meno, sono più vulnerabili (microclima, pavimentazioni, potature scorrette, scavi stradali), quindi c’è anche un problema di sicurezza: a volte è meglio tagliarli e ripiantarli.

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Valore economico e legami con territori e comunità

Il legno è un materiale rinnovabile, biodegradabile, versatile: genera economia e occupazione, purché ci siano rispetto, manutenzione e gestione.

Gestione non è solo produzione di legname, ma un infinito ventaglio di possibilità: funghi, tartufi, piante officinali, percorsi di salute in foresta. Gestione può essere anche non intervenire, ma lasciare la foresta libera di evolversi.

Gli alberi monumentali hanno un legame stretto con i territori e le comunità; una connessione da rafforzare per il suo valore economico e sociale, per la sua capacità di futuro.

La pianificazione forestale è pensare al dopodomani

Quando si fa una pianificazione forestale non si pensa nemmeno ai nostri figli, ma ai nostri nipoti: gli alberi hanno una vita lunga circa sei volte la nostra.

Pianificare è pensare cosa fare da qui ai prossimi anni e gli alberi, con il loro tempo lungo di crescita, rappresentano questa visione.

In Italia sono presenti 250 specie di alberi monumentali. Un censimento realizzato dal MASAF ne ha contati 4.006, di questi 1.968 si trovano nei piccoli comuni, e torniamo al legame degli alberi con le comunità e i territori.

Ne vogliamo citare uno per tutti, il monumentale olivo selvatico di Luras (in provincia di Sassari) che da solo vale un viaggio: un albero che ha preceduto addirittura la nascita di Roma e di Atene, con un’età stimata di 4mila anni.

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Gli alberi ci fanno stare bene

Il turismo nei boschi è per tutti, gli alberi ci fanno sentire bene: «Io non capisco come si possa passare davanti ad un albero e non essere felici di vederlo» (Fëdor Dostoevskij) cita in apertura il Rapporto Piccoli Comuni e alberi monumentali d’Italia.

Gli alberi sono parte fondante del legame che unisce uomo e natura, «incrociano elementi identitari dell’uomo e della sua storia, della sua fantasia, della sua economia e del suo sviluppo», scrive Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, nella prefazione. Questo legame con le piante è evidente anche nel nostro linguaggio «in espressioni come “uomo senza radici”, “forte come una quercia”, “tremare come una foglia”, “sentirsi abbattuto”, “il nocciolo della questione”».

Il nostro grande patrimonio forestale – che cresce come conseguenza dell’abbandono delle campagne – ha bisogno di manutenzione, è vulnerabile al cambiamento climatico e, con l’arrivo dell’estate, torna il rischio degli incendi.

Carabinieri Forestali sempre più smart

Un lavoro enorme di tutela, prevenzione e gestione è svolto dal Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri su circa 130mila ettari che comprendono 130 riserve naturali e  19 foreste demaniali.

Se il monitoraggio satellitare è importante per gli incendi, con il progetto Smart Forest Monitorig è possibile avere un controllo continuo del territorio con un alert in caso di variazioni ambientali, quindi non solo incendi ma anche tagli boschivi, abbandono di rifiuti, attacchi di parassiti.

Gli alberi sono un patrimonio di tutti

Gli alberi sono un patrimonio nazionale, di tutti e di ciascuno. Per questo è opportuno cambiare approccio e coinvolgere tutti gli attori. Il problema di una comunità di montagna è il problema del Paese, insieme vanno cercate e trovate le soluzioni in una sorta di circolarità delle responsabilità.

E la prima responsabilità, a livello di pubblica amministrazione, consiste nella tempestività degli interventi e delle decisioni.

La frammentazione delle competenze impedisce di trovare una sintesi per mettere in piedi progetti e azioni. Siamo nel mezzo del cambiamento climatico, è inammissibile che passino decenni di rimpalli burocratici per poi non decidere nulla.

Non possiamo più aspettare, il tempo è ora.