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Piccoli comuni e alberi monumentali d’Italia 2024, patrimonio ambientale e coesione territoriale

Il legame tra i piccoli comuni e gli alberi monumentali racconta la storia dei territori e delle comunità. Il grande valore ambientale si lega ad aspetti economici, di salvaguardia del paesaggio e di tenuta idrogeologica. In questi presidi di civiltà si può generare occupazione e delineare la strada per un futuro sostenibile

Piccoli comuni e alberi monumentali 2024
Foto Fondazione Symbola

Gli alberi monumentali e lo sviluppo dei piccoli comuni

Anche quest’anno, con il rapporto Piccoli Comuni e alberi monumentali d’Italia 2024 (documento), Fondazione Symbola ha rinnovato lo studio su questo grande patrimonio naturale insieme a MASAF – Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, AMI – Alberi Monumentali d’Italia, FAI CISL – Federazione Agricola Alimentare, Ambientale, Industriale Italiana e Coldiretti.

Il legame con il territorio e le comunità

Gli alberi hanno un inestimabile valore ambientale: ogni anno assorbono circa 16 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. Gli alberi monumentali, in particolare, raccontano la nostra storia e per questo hanno uno stretto legame con il territorio e con le comunità che le abitano.

In apertura è citata una frase di Fëdor Dostoevskij: «Io non capisco come si possa passare davanti a un albero e non essere felici di vederlo». Anche gli psicologi riconoscono agli alberi una funzione terapeutica, e hanno documentato come la “cura del verde” sia portatrice di benessere per le persone.

Vogliamo parlare di mitigazione del calore? Non è certo per caso se varie amministrazioni nel mondo hanno avviato progetti di forestazione urbana e non. Gli alberi impiegano anni a crescere: piantarli è un segno di fiducia nel futuro.

Hanno un valore economico? Certamente. Possiamo affermare che le filiere dell’edilizia e del legno arredo, fiore all’occhiello della qualità italiana nel mondo, sono anche una riposta alla crisi climatica.

Perché rapporto di Fondazione Symbola è dedicato a Piccoli Comuni e alberi monumentali? Il patrimonio forestale è una ricchezza, il cui valore è ancora più importante se guardiamo alla crisi climatica che ci colpisce in ogni periodo dell’anno: pensiamo, ad esempio, alla fissazione del carbonio e alla tenuta idrogeologica.

Nello stesso tempo rappresenta un’occasione di sviluppo in modo particolare per i piccoli comuni, luoghi di itinerari turistico-culturali e di produzioni DOP e IGP.

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Gli agricoltori custodi del territorio

In Italia, il MASAF ha censito 250 specie di alberi monumentali: ad aprile 2024 sono stati individuati 4.287 alberi monumentali: ben 2.107 si trovano nei territori dei piccoli comuni, mentre 745 si trovano nelle aree protette. Esemplari secolari si trovano in varie regioni italiane, e in qualche caso millenari come l’olivo selvatico di Luras (Sardegna) che esiste fin dal periodo nuragico.

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, sottolinea il ruolo degli alberi monumentali nel contesto agricolo: «L’agricoltura è diventata sempre più centrale nella protezione dell’ambiente, assicurando una costante manutenzione del territorio e una salvaguardia del paesaggio, sia in termini di tutela dal dissesto idrogeologico che di difesa delle sue bellezze e della sua biodiversità, di cui gli alberi monumentali rappresentano senza dubbio un patrimonio inestimabile, anche in chiave turistica.

Un ruolo riconosciuto dalla legge di orientamento, fortemente voluta da Coldiretti, che è stato ora rafforzato dalla nuova figura dell’agricoltore “custode”.

Oltre alla conservazione e valorizzazione delle produzioni locali, dall’allevamento di razze animali alla coltivazione di varietà vegetali, le aziende agricole sono diventate interlocutore qualificato delle pubbliche amministrazioni per la gestione del territorio, a partire proprio dalla difesa di formazioni vegetali e arboree monumentali».

962 piccoli comuni custodiscono il 50% degli alberi monumentali

Come ha precisato Alessandra Stefani, direttore generale dell’Economia Montana e delle Foreste del MASAF, «in base alla legge 19/12/2017 il MASAF ha la responsabilità dell’elenco degli alberi monumentali d’Italia che nel giro di pochi anni è stato aggiornato ben sei volte, a testimonianza della cura e della attenzione verso uno dei patrimoni naturali e culturali più prestigiosi e preziosi del Paese.

Un patrimonio che per essere meglio tutelato, conservato e curato ha bisogno del contributo di tutti e per questo il lavoro di sensibilizzazione e di diffusione delle conoscenze di Fondazione Symbola è particolarmente positivo ancor più perché rivolto ai 962 piccoli comuni che costudiscono ben il 50% degli alberi monumentali italiani».

Cosa si intende per piccoli comuni

Cosa si intende per piccoli comuni? Quelli con una popolazione uguale o inferiore a 5mila abitanti: sono 5.527 su un totale di 7.901. Corrispondono quindi al 70% del totale. Il maggior numero si trova in Piemonte (1.045), mentre l’Umbria è quella che ne ha meno (63). Complessivamente nei piccoli comuni abitano 9.714.177 persone, ovvero il 16,5% della popolazione. Il 6,5% (629.653) è rappresentato da stranieri.

Numerose sono le strutture ricettive: 53.888 su un totale di 224.641. Circa il 30% dei luoghi di cultura di proprietà dello Stato e il 32,7% dei musei si trova nei piccoli comuni.

Il rapporto Piccoli Comuni e alberi monumentali d’Italia 2024 analizza il patrimonio boschivo di ogni singola regione e riporta un elenco dettagliato degli alberi monumentali (di ogni provincia è specificato il Comune e il nome volgare dell’albero). Tutte le ragioni italiane sono ricche di alberi monumentali: la guida della classifica verde spetta alla Sardegna con 407 esemplari, di cui 333 nei piccoli comuni, mentre l’Abruzzo è sul podio per le aree protette (127).

I piccoli comuni sono un presidio di civiltà

«Piccoli comuni, territori e comunità sono elementi fondamentali per rispondere alla domanda d’Italia che c’è nel mondo. Un’Italia che fa l’Italia puntando sulla propria identità» ha dichiarato Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola.

Realacci ha ricordato un’affermazione fatta all’inizio di questo millennio l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, con una visione lungimirante: «Questi borghi, questi paesi rappresentano un presidio di civiltà. Sono parte integrante, costitutiva della nostra identità, della nostra Patria.

Possono essere un luogo adatto alle iniziative di giovani imprenditori. L’informatica e le tecnologie possono favorire questo processo. Può diventare anche questa grande avventura un’opportunità da cogliere».

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About Author / Isabella Ceccarini

Lavora da più di trent’anni nel campo editoriale e giornalistico. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Non ama i confini mentali e geografici, è un’europeista sostenitrice dell’Italia, convinta che le sue grandi qualità – bellezza, arte, cultura, creatività – che il mondo ci invidia dovrebbero essere più apprezzate per primi dagli italiani. Promuove e sviluppa iniziative di comunicazione della scienza, di formazione giornalistica professionale e di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità, ricerca, innovazione e formazione, nuove tecnologie, economia circolare. Organizza e modera tavole rotonde per mettere a confronto opinioni diverse.