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L’Europa irrora ancora mezzo mondo di pesticidi neonicotinoidi

Pesticidi neonicotinoidi: l’UE ne produce ancora 10mila t l’anno
Foto di Aman Shrestha su Unsplash

I fitosanitari dannosi per gli impollinatori sono banditi in UE dal 2018

(Rinnovabili.it) – L’Europa ha messo al bando i pesticidi neonicotinoidi per proteggere gli impollinatori. Ma continua a produrli, esportarli e guadagnarci. Sono almeno 10.000 le tonnellate di questi prodotti chimici altamente dannosi per insetti come api, bombi e farfalle che ogni anno dall’Europa finiscono in paesi più poveri, dove la legislazione non li vieta ancora.

Nel 2021, le compagnie basate in UE che producono pesticidi neonicotinoidi hanno esportato oltre 13.200 tonnellate di prodotti che contenevano quasi 3.000 tonnellate di principi attivi come thiamethoxam, imidacloprid o clothianidin. Si tratta di 3 neonicotinoidi che l’Europa ha messo al bando dal 2018.

I neonicotinoidi sono una classe di pesticidi chimicamente simili alla nicotina e colpiscono gli insetti. In particolare gli impollinatori, che sono fondamentali per la riproduzione delle piante e delle colture. Negli ultimi anni i neonicotinoidi e i pesticidi che li contengono sono stati criticati per aver contribuito al declino delle api interrompendo il loro senso dell’orientamento, la memoria e le modalità di riproduzione.

Chi esporta pesticidi neonicotinoidi

A ricostruire, per la prima volta, i volumi di pesticidi neonicotinoidi ancora prodotti per l’export in Europa è un’inchiesta di Unearthed in collaborazione con Public Eye. Entrata in possesso dei dati tramite una richiesta FOIA, l’accesso civico generalizzato che permette a qualsiasi cittadino di ottenere documenti pubblici sulle attività della pubblica amministrazione e di altri enti soggetti a particolari discipline.

Le aziende coinvolte sono in tutto 17, tra cui spicca in particolare Syngenta (di proprietà cinese ma basata in Svizzera), tramite le cui sussidiarie in UE produce circa il 75% dei volumi di pesticidi dannosi per gli impollinatori. Tra gli ordini soddisfatti da Syngenta, un carico di fitosanitari per il Brasile che sarebbe bastato per irrorare tutta l’Italia centrale e meridionale, circa 260mila km2 di territorio. Nel complesso, più di 86 tonnellate ogni 100 sono state spedite verso paesi a medio e basso reddito.

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