L’uso di pesticidi ha effetti dannosi anche su specie non target di invertebrati
(Rinnovabili.it) – Nell’impatto ambientale dei pesticidi bisogna includere anche gli effetti sugli invertebrati che popolano il suolo. Effetti che sono estremamente negativi su specie come i comunissimi vermi, i coleotteri e i collemboli. Lo sostiene uno studio pubblicato su Frontiers in Environmental Science.
Studio che mette in luce quanto le procedure di autorizzazione per l’uso di determinate sostanze come i pesticidi possano essere tutt’altro che adeguate per proteggere l’ambiente. La normativa degli Stati Uniti, ad esempio, richiede che i prodotti fitosanitari vengano testati soltanto sulle api. Che sono certamente uno dei cardini della biodiversità e della salute di molti ecosistemi, ma non sono certamente l’unico.
Leggi anche Corte dei Conti, pesticidi: l’azione dell’UE ha effetti limitati e non sufficienti
Una situazione ancora più paradossale se si considera che la scienza si esprime in materia, pur senza essere ascoltata. Lo studio è una rassegna della letteratura esistente e analizza circa 400 ricerche scientifiche che si sono focalizzate sugli effetti dei pesticidi su quegli invertebrati che non rientrano tra le ‘specie bersaglio’, cioè non sono l’obiettivo dei prodotti fitosanitari ma possono comunque subirne le conseguenze. Una panoramica molto estesa che copre 275 specie animali e quasi 300 diversi tipi di pesticidi.
I risultati lasciano pochi dubbi. Gli studi tendono a verificare l’impatto delle sostanze chimiche sugli invertebrati per caratteristiche specifiche, ad esempio per gli effetti che ha sulla capacità riproduttiva, o sulla mortalità, o ancora su aspetti comportamentali. Degli oltre 2.800 parametri che sono stati testati, gli scienziati hanno scoperto che nel 71% dei casi sono acclarati degli effetti negativi legati all’esposizione ai pesticidi. In poco più di un quarto dei casi, il 28%, non erano evidenti segnali significativi, mentre nell’1% c’erano effetti positivi.
Leggi anche Basta sussidi all’agricoltura insostenibile, la voce dell’Onu per la biodiversità
Le normative sui pesticidi dell’Unione Europea sono più cautelative di quelle americane e includono test su alcune specie di acari e lombrichi oltre che sull’attività microbica. Ma una relazione della Corte dei conti europea di febbraio 2020 ha messo in luce che Bruxelles ha ancora molte mancanze in materia. Secondo la relazione, la Commissione europea non avrebbe debitamente verificato la completezza o l’esattezza del recepimento della direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi, adottata già nel 2009. E a causa della mancanza di dati pertinenti, la Corte ha rilevato anche l’impossibilità di sviluppare indicatori comuni sui rischi e sull’impatto delle sostanze.