Rinnovabili

La perdita di biodiversità ci costa fino a 25mila miliardi di dollari ogni anno

Perdita di biodiversità: non agire costa 10-25mila mld $ l’anno
via depositphotos.com

Tra i 10mila e i 25mila miliardi di dollari. Ogni anno. È la stima di quanto ci può costare non agire contro la perdita di biodiversità. Agire significa innescare dei “cambiamenti trasformativi”: modifiche strutturali, sistemiche, a partire dal nostro approccio a un tema come il degrado della natura e la diversità biologica che essa sostiene.

Come? La rotta la indica un nuovo rapporto dell’IPBES (Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici), la massima autorità internazionale in materia di diversità biologica. Il rapporto esce insieme a un altro documento che analizza le interconnessioni tra biodiversità, cambiamenti climatici, cibo, acqua e salute umana, di cui abbiamo dato conto nei giorni scorsi.

Perdita di biodiversità, il cambiamento è urgente e necessario

Questo 2° rapporto, il Transformative Change Report, mette in chiaro che attuare il cambiamento trasformativo è urgente e necessario.

Urgente, perché con le tendenze attuali c’è “un serio rischio di superare diversi punti di non ritorno biofisici irreversibili, tra cui la morte delle barriere coralline, la morte della foresta pluviale amazzonica e la perdita delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide occidentale”, puntualizza Karen O’Brien, che ha coordinato i lavori di oltre 100 scienziati da 42 paesi per stilare il doocumento.

E necessario, perché la maggior parte degli approcci alla conservazione precedenti e anche attuali, che mirano a riformare piuttosto che a trasformare i sistemi, non sono riusciti a fermare o invertire il declino della natura in tutto il mondo.

Il rapporto stima che il costo dovuto al ritardo delle azioni per fermare e invertire il declino della natura in tutto il mondo sarebbe il doppio del necessario se agissimo ora e valuta che, per arrestare questo declino, ci vorrebbe poco meno di 1 miliardo di dollari l’anno, pari a circa l’1% del PIL mondiale.

 Come invertire la rotta?

Il documento è ricco di spunti. Dai quali emergono 5 strategie di alto livello per invertire la rotta sulla perdita di biodiversità. Alcune suonano più “digeribili” dalla politica, come il “mainstreaming” della biodiversità nei settori che più la minacciano. Altre meno, come appare chiaro leggendo la numero 3: “trasformare i sistemi economici per la natura e l’equità”.

È il tema dei sussidi pubblici dannosi per la natura, espliciti e impliciti. Solo lato pubblico, sono aumentati del 55% dal 2021. Parliamo di 3.300 miliardi di dollari. Da lì si deve attingere per trovare le risorse necessarie. Che non sono affatto poche. Si stima che siano necessari tra 722 e 967 miliardi di dollari all’anno per gestire in modo sostenibile la biodiversità e mantenere l’integrità degli ecosistemi. Oggi nel mondo se ne spendono 135 mld.

Alcune delle azioni suggerite dal rapporto per tagliare questi sussidi includono:

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