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Cosa può fare la COP27 per fermare la perdita di biodiversità

Foto di Susanne Jutzeler, Schweiz, da Pixabay

La COP27 per la 1° volta ha dedicato una giornata alla perdita di biodiversità

(Rinnovabili.it) – Senza mettere un freno alla crisi climatica è impossibile invertire la perdita di biodiversità in corso. È questo il messaggio che è risuonato ieri a Sharm el-Sheikh dove si tiene la COP27 sul clima, la prima a dedicare una giornata alla tutela della diversità biologica. Non a caso: tra poche settimane, il 7 dicembre, inizieranno i lavori della COP15, il vertice internazionale sulla biodiversità che si tiene a Montreal e ha l’ambizione di siglare un “accordo di Parigi” per la natura.

Un messaggio che aggiunge pressione ai negoziatori, ancora lontani dal raggiungere un accordo che raccolga il consenso di tutti come si è visto dalla prima bozza di cover decision pubblicata questa mattina. E che è stato lanciato non solo da attivisti e ong, ma anche dagli architetti del Paris agreement.

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“Non c’è alcun percorso per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C senza un’azione di protezione e ripristino della natura. Solo agendo con urgenza per arrestare e invertire la perdita di natura in questo decennio, continuando a intensificare gli sforzi per decarbonizzare rapidamente le nostre economie, possiamo sperare di realizzare la promessa dell’Accordo di Parigi. Per essere chiari: il raggiungimento di emissioni nette zero entro il 2050 è possibile solo se agiamo ora per realizzare una società positiva per la natura”, scrivono in un appello. Firmato, tra gli altri, da Laurent Fabius, presidente della COP21 di Parigi, l’ex segretaria esecutiva dell’Unfccc Christiana Figueres e Laurence Tubiana, ambasciatore della Francia per il climate change e rappresentante speciale per la COP21.

Perché la COP27 abbia un effetto traino positivo sul vertice di Montreal e agevoli il contrasto della perdita di biodiversità, sottolinea la lettera, il summit in Egitto “deve andare oltre nel riconoscere il ruolo fondamentale della natura come parte della soluzione climatica e catalizzare misure concrete per proteggere e ripristinare la natura a beneficio di tutti”. Cioè aggiungere un tassello concreto al riconoscimento del ruolo della natura nella crisi climatica, espresso per la prima volta a Madrid nel 2019 e ribadito l’anno scorso a Glasgow.

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