Delude il round di negoziati che si è chiuso ieri a Ginevra. Nessun progresso di rilievo sul testo. Così si decide per una sessione extra in Kenya, a giugno, e per posticipare per la 4° volta il meeting finale di Kunming
Il patto globale sulla natura è in preparazione dal 2020
(Rinnovabili.it) – I negoziati preliminari verso la COP15 sulla biodiversità si sono chiusi ieri con un nulla di fatto. Nessun progresso reale sul testo dell’accordo. Posizioni degli Stati ancora molto distanti sui punti chiave. E un sentimento di sfiducia che serpeggia tra i delegati, riuniti a Ginevra nelle ultime due settimane. La vera notizia per il patto globale sulla natura infatti non arriva dalla cittadina svizzera ma da Kunming, la città cinese dove si terrà la conferenza finale: l’assenza di progressi ha indotto le autorità cinesi a rinviare (per la quarta volta) l’ultimo atto. Si terrà in autunno ma non c’è ancora una data.
La Cina vorrebbe strappare un patto globale sulla natura che ricalchi – per importanza e solidità – il Paris Agreement sul clima del 2015. Ma negoziare sulla tutela della biodiversità si è rivelato ancora più complesso e scivoloso che trattare sulle riduzioni di gas serra. Il lavoro dietro le quinte della COP15 si trascina fin dal 2020, rimandato prima a causa della pandemia e poi perché non si arrivava a un testo condiviso solido a sufficienza.
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Anche stavolta l’unica scelta è prendere più tempo. Prima di Kunming in autunno, i quasi 200 delegati faranno tappa a Nairobi, in Kenya, dal 21 al 26 giugno. Una sessione negoziale extra decisa ieri, probabilmente l’ultima vera chance di strappare un buon accordo. I nodi sul tavolo restano gli stessi. L’obiettivo di proteggere almeno il 30% delle terre e delle acque entro il 2030, a parole sostenuto da molti ma difficile da tradurre in impegni concreti nel testo dell’accordo. E poi il denaro per mettere le gambe agli impegni. Il testo per ora chiede di cancellare 500 mld di dollari l’anno in sussidi ambientalmente dannosi. Troppo poco per un patto globale sulla natura.
“Il mondo finalmente capisce che la perdita di natura rappresenta un’enorme minaccia alla salute umana e ai mezzi di sussistenza”, ha commentato il direttore del WWF, Marco Lambertini. “Eppure, nonostante i leader abbiano ripetutamente segnalato il loro impegno ad agire sulla natura, abbiamo visto solo progressi limitati a Ginevra. Sarà essenziale mostrare una maggiore leadership nel prossimo round di negoziati se vogliamo spianare la strada per concordare un quadro globale per la biodiversità adeguato alla sfida che stiamo affrontando”.
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