Tra pochi mesi le api robot saranno testate in alveari ricreati in laboratorio tra Austria e Turchia
(Rinnovabili.it) – Invertire il declino delle api grazie a micro-robotica, intelligenza artificiale e machine learning. Per dare vita a sciami di api robot in grado di ottimizzare la deposizione delle uova da parte dell’ape regina. Portandole il cibo di cui ha bisogno esattamente quando ne ha bisogno. È il cuore del progetto RoboRoyale, finanziato dall’UE, con cui l’Università di Durham e altri centri di ricerca europei vogliono allungare la vita agli insetti impollinatori.
Api robot replicanti per salvare gli impollinatori
“Pensiamo di influenzare un intero ecosistema interagendo con un solo animale, la regina”, spiega Farshad Arvin, robotico e informatico dell’Università di Durham. “Se riusciamo a far sì che attività come la deposizione delle uova avvengano al momento giusto, ci aspettiamo di avere covate più sane e colonie più attive e in salute. Questo migliorerà l’impollinazione”.
A differenza di altri progetti simili – l’idea di costruire api robot non è nuova e non è relegata alla fantasia degli sceneggiatori di Black Mirror – RoboRoyale scommette di poter influenzare un intero ecosistema, quindi potenzialmente milioni di individui, agendo su uno singolo.
Nei prossimi mesi partirà la sperimentazione in alveari ricreati in laboratorio in Austria e Turchia. Le comuni api cortigiane, quelle che interagiscono con la regina, saranno sostituite da api “replicanti”. Che impareranno col tempo ad adattarsi alle esigenze della regina, ottimizzando il processo di deposizione delle uova fornendo cibo molto proteico al momento giusto, ma anche la produzione di feromoni da parte di quest’ultima, elemento che influenza il comportamento dell’intero alveare.
Il sistema che sarà testato metterà nell’alveare da 6 a 8 api robot controllate da remoto, il cui comportamento è impostato sull’analisi dei dati raccolti nei primi mesi di progetto tramite osservazioni del comportamento della regina.
Il declino delle api è in accelerazione e minaccia gran parte degli ecosistemi terrestri. Se scomparissero questi insetti pronubi, calcolava nel 2021 il Centre for Integrative Biodiversity Research tedesco, sarebbe a rischio il 50% delle specie di piante note. E il 30% non sarebbe in grado di autofecondarsi.