Rinnovabili • Patto globale sulla natura: ancora flop per la COP15 sulla biodiversità Rinnovabili • Patto globale sulla natura: ancora flop per la COP15 sulla biodiversità

NBFC, il grande progetto per proteggere la biodiversità

Il National Biodiversity Future Centre (NBFC) unisce università, enti di ricerca, fondazioni e imprese di altissimo livello scientifico, tecnico, etico e di mercato nella più grande iniziativa di ricerca e innovazione sulla biodiversità mai tentata prima in Italia

Patto globale sulla natura: ancora flop per la COP15 sulla biodiversità
Foto di Albrecht Fietz da Pixabay

(Rinnovabili.it) – È stato firmato l’atto costitutivo del National Biodiversity Future Centre (NBFC), un progetto coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.

«L’atto formale di costituzione del Centro è un passo decisivo, conquistato grazie al grande lavoro di tutti i partner coinvolti e delle alte professionalità messe in campo.

Il Centro potrà rappresentare, negli anni a venire, un punto di riferimento per la comunità globale, chiamata a reagire e agire di fronte alle imponenti sfide imposte dal cambiamento climatico.

Il ruolo della biodiversità per l’equilibrio degli ecosistemi

Quello cui puntiamo è un obiettivo ambizioso e altamente significativo per il comparto della ricerca, con ricadute positive sul ruolo del nostro Paese sulla scena internazionale e sulle azioni di rilancio dell’economia nazionale», ha commentato la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza.

NBFC unisce università, enti di ricerca, fondazioni e imprese di altissimo livello scientifico, tecnico, etico e di mercato nella più grande iniziativa di ricerca e innovazione sulla biodiversità mai tentata prima in Italia.

Il ruolo della biodiversità, infatti, è fondamentale per l’equilibrio e il buon funzionamento di tutti gli ecosistemi del Pianeta, con un impatto diretto sul benessere delle persone.

Incremento della popolazione e pressione ambientale

Intorno al tema della biodiversità, NBFC riunisce 48 partner, 1300 ricercatori e qualche centinaio di neoassunti degli enti partner. Per il progetto è previsto un finanziamento di oltre 320 milioni di euro per i primi tre anni (2023-2025).

Il mondo si trova ad affrontare l’incremento della popolazione mondiale – raddoppiata a livello globale negli ultimi 50 anni – che aspira a migliori standard di vita, ma a prezzo di una pressione ambientale sempre più forte che sta progressivamente alterando il clima e impoverendo la biodiversità.

Siamo arrivati a una situazione di emergenza mondiale che richiede interventi appropriati e scientificamente riconosciuti se volgiamo ridurre la perdita di biodiversità e recuperare gli equilibri ecosistemici.

Tutto è partito in risposta all’avviso pubblico per la presentazione di Proposte di intervento per il Potenziamento di strutture di ricerca e creazione di “campioni nazionali” di R&S su alcune Key Enabling Technologies, da finanziare nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Missione 4 Componente 2 Investimento 1.4, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU.

Il ruolo centrale dell’Università di Palermo

La struttura di NBFC seguirà l’impostazione Hub&Spoke, che prevede un punto centrale a Palermo e 8 nodi distribuiti su tutto il territorio nazionale, a garanzia di quel riequilibro territoriale che è tra le priorità del PNRR.

L’Università di Palermo ospiterà la sede dell’Hub. Dovrà mettere a sistema forti capacità di gestione nonché affrontare e migliorare il networking internazionale e le iniziative congiunte nell’area dello sviluppo, della protezione e del ripristino della biodiversità. 

Gli Spoke si avvalgono della partecipazione dei partner affiliati ed insieme rappresentano i nodi dell’Hub.

In sintesi, NBFC è nato per monitorare, preservare e ripristinare la biodiversità negli ecosistemi marini, terrestri e urbani della Penisola, e per valorizzare la biodiversità e renderla un elemento centrale su cui fondare lo sviluppo sostenibile.

Gli obiettivi di NBFC sono: responsabilizzare la società sulla conservazione della biodiversità; formare ricercatori con competenze multidisciplinari e nuovi professionisti in ambito green; individuare soluzioni innovative per il sequestro di carbonio e la conservazione della biodiversità; intensificare l’economia circolare; fornire ai decisori politici strumenti idonei per ripristinare e conservare la biodiversità nel Mediterraneo.