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Nel 2020 è già record di incendi in America Latina

incendi in America Latina
Credits: Rosa Maria from Pixabay

Sarà l’annus horribilis degli incendi in America Latina

(Rinnovabili.it) – Gli incendi in America Latina stanno segnando nuovi record. L’8 ottobre la Bolivia ha dichiarato lo stato di calamità naturale a causa degli incendi che stanno flagellando il paese, in combinazione con un’ondata di siccità. Nel 2019 erano andati in fumo 60mila km2 dell’Amazzonia boliviana. Il conteggio per il 2020 tra gennaio e metà settembre, secondo i dati del governo, è fermo a 11mila km2. Cifre contestate dall’organizzazione boliviana per la protezione dell’ambiente Fundacíon Amigos de la Naturaleza, che ne ha censiti ben 23mila. Una superficie grande come la Toscana. E l’arrivo dell’estate australe peggiorerà la situazione, visto che il ministro della Difesa di La Paz ha ammesso che la macchina dei soccorsi è incapace già adesso di far fronte alla situazione.

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Ma il 2020 si preannuncia come il vero annus horribilis quanto agli incendi in America Latina. Non solo la Bolivia: le fiamme hanno divorato ampie aree della foresta di Gran Chaco a cavallo di Argentina, Brasile e Paraguay, ma hanno colpito anche nell’Amazzonia brasiliana e nel delta del Paranà in Argentina. Complessivamente, queste ondate di incendi potrebbero diventare la crisi ambientale più distruttiva che si sia mai abbattuta su questi quattro paesi.

Buenos Aires è alle prese con i peggiori incendi da decenni in metà delle province. La mano dell’uomo ha facilitato le fiamme. La deforestazione nel Gran Chaco le aiuta a propagarsi, così come la collana di vasti spazi ridotti a pascolo alla foce del Paranà. Il Paraguay aveva dichiarato lo stato di emergenza già il 1 ottobre, dopo aver conteggiato ben 12mila focolai attivi. Deforestazione e allevamento sono dietro la tragedia che sta bruciando l’Amazzonia brasiliana, con i peggiori incendi dell’ultimo decennio, mentre un quarto del Pantanal, la più ampia zona umida tropicale al mondo, è già andata in cenere quest’anno.

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“Siamo sulla strada della distruzione totale”, ha dichiarato senza mezzi termini al Guardian il primatologo Martin Kowalewski, che sta tracciando l’impatto degli incendi nel continente, “A Corrientes, in Argentina, la deforestazione è spinta dal bisogno di pascoli per il bestiame e dalla produzione di legno. Nel Gran Chaco nell’Argentina settentrionale e in Paraguay il vettore principale è la soia. Nel Pantanal è esclusivamente la soia. Nella provincia argentina di Cordoba sono gli interessi dell’edilizia a far piazza pulita per nuovi complessi abitativi. In ogni caso si tratta di lobby potenti che beneficiano un piccolo gruppo di persone a spese del resto della società”.

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