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Incendi boschivi in Europa: nel 2019 devastate le aree protette

incendi boschivi in Europa
Credits: Manfred Richter da Pixabay

L’anno scorso le aree colpite da incendi boschivi in Europa sono raddoppiate

(Rinnovabili.it) – Aumenta, e di molto, l’area colpita da incendi. E in proporzione, vanno in fumo di più le aree protette. Con un danno grave soprattutto per la biodiversità. E’ la fotografia degli incendi boschivi in Europa nel 2019 scattata dal Joint Research Center dell’Unione Europea nel suo rapporto annuale. Dati che condannano l’Italia: nel Belpaese la situazione è peggiorata su tutta la linea.

Le cifre generali degli incendi boschivi in Europa aiutano bene a inquadrare l’ampiezza del fenomeno. L’anno scorso sono andati in fumo 400mila ettari di superfici boschive in tutto il continente. Per tradurre questo numero in immagine: sono bruciati 41 campi da calcio ogni ora, per tutto l’anno. Praticamente è il doppio rispetto al 2018. La Commissione europea cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno e parla di buon risultato, perché è comunque il 4° dato migliore raggiunto negli ultimi 40 anni.

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Secondo il sistema informativo europeo sugli incendi boschivi (Effis), i siti protetti della rete Natura 2000 sono stati quelli che hanno pagato il prezzo più alto. In pratica, metà della superficie bruciata in totale era parte di aree protette. Parliamo di quasi 160mila ettari, essenziali per la tutela della biodiversità. La Romania (6.673 ha) è stata la più colpita. Seguono la Francia (26.640 ha), poi la Spagna (25.959 ha).

Ma anche l’ottimismo della Commissione vacilla quando lo sguardo si sposta verso il futuro. “Il rischio di incendi dovrebbe aumentare ulteriormente a causa dei cambiamenti climatici e sarà sempre più caratterizzato da grandi incendi boschivi che provocheranno la perdita di vite umane e bruceranno aree che richiederanno più tempo per il completo ripristino”, scrive l’esecutivo europeo.

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E l’Italia? La penisola scende dal primo al terzo posto in classifica. Ma cresce la superficie andata in fumo, 36mila ettari contro i 14.600 del 2018. Numeri che secondo il rapporto sono destinati a salire: si prevede da un -1% a un +3% nel 2030, poi +10/11% al 2040 e +8/23% nel 2050.

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