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Se scomparissero gli impollinatori, quante piante si estinguerebbero?

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Foto di Rebekka D da Pixabay

Senza impollinatori, a rischio 175.000 specie di piante

(Rinnovabili.it) – Una frase attribuita a Einstein sostiene che senza le api all’umanità resterebbero solo 4 anni di vita. È senz’altro vero che gli insetti impollinatori svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi, ma a molti un’affermazione come quella dello scienziato tedesco potrebbe sembrare esagerata. Adesso uno studio condotto dal Centre for Integrative Biodiversity Research tedesco prova a fare chiarezza sul ruolo delle api con la prima stima globale della vulnerabilità delle piante a un declino degli impollinatori.

Un’impresa tutt’altro che semplice e mai tentata prima. Perché se è vero che la maggior parte delle piante è impollinata da animali, è altrettanto vero che quasi tutta la flora ha anche un po’ di capacità di autofertilizzarsi. Ciò significa che possono produrre almeno alcuni semi senza impollinatori, ad esempio per autofecondazione. Per aggirare il problema e avere un criterio di analisi solido, i ricercatori hanno comparato il tasso di produzione di semi in presenza di insetti impollinatori con il tasso della stessa pianta in assenza di api & co.

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I risultati parlano chiaro. Senza impollinatori, almeno il 30% delle piante non è più in grado di produrre semi e riprodursi, ed è quindi destinato localmente all’estinzione nel giro di una sola generazione. La quota di piante messe a rischio da un’eventuale scomparsa delle api sale al 50%, visto che anche molte delle specie che hanno capacità di autofecondazione subiscono comunque un calo di fertilità dell’80%. In termini assoluti, stiamo parlando di 175.000 specie di vegetali in tutto il mondo.

“Studi recenti mostrano che molte specie di impollinatori sono diminuite di numero, alcune addirittura si sono estinte. La nostra scoperta che un gran numero di specie di piante selvatiche si affida agli impollinatori mostra che il loro declino potrebbe causare gravi interruzioni negli ecosistemi naturali”, spiega James Rodger, lo scienziato che ha guidato la ricerca. Lo studio si è basato sull’analisi dei dati disseminati in 1.528 diversi esperimenti riportati dalla letteratura scientifica, che rappresentano quasi 1.200 specie da 143 famiglie provenienti da tutti i continenti salvo l’Antartide.

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