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Giornata nazionale degli alberi, perché è importante celebrarla

Giornata nazionale degli alberi 2022
Giornata nazionale degli alberi. Foto di Joe da Pixabay

Il 21 novembre si celebra la Giornata nazionale degli alberi

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Quanto sono importanti gli alberi per l’equilibrio ambientale? La Giornata nazionale degli alberi, che segue la COP 27 dedicata ai cambiamenti climatici, ne rappresenta in un certo senso un prolungamento ideale e dà al verde il posto che merita.

Gli alberi contrastano il riscaldamento globale

Senza il contributo di alberi e foreste il già difficile contenimento del riscaldamento globale entro 1,5° sarebbe un obiettivo impossibile da raggiungere.

Gli alberi costituiscono un ecosistema con un grande patrimonio di biodiversità, hanno la capacità di assorbire CO2, rilasciare ossigeno e mitigare i cambiamenti climatici.

La superficie boschiva italiana supera gli 11 milioni di ettari (il 36,7% del territorio nazionale). Se dal 2005 i boschi sono aumentati del 3,7%, dal 1990 ad oggi – come rileva Confagricoltura – «circa 1,5 milioni di ettari sono stati persi dall’agricoltura a beneficio di una superficie forestale non gestita, il che significa aumento del pericolo di incendi, riduzione della fruibilità del territorio, perdita di valore paesaggistico e aumento dei rischi idrogeologici».

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Riqualificare zone abbandonate

Il PNRR prevede che nei prossimi tre anni siano piantati 6,6 milioni di alberi nelle 14 città metropolitane. Nella Giornata nazionale degli alberi il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato che «sono in via di definizione gli accordi con undici amministrazioni per il raggiungimento dell’obiettivo di oltre 1,6 milioni di alberi a dimora nel 2022».

Per l’attuazione dell’intervento è stato siglato un accordo di collaborazione con il comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri (CUFA).

L’accordo prevede anche una serie di iniziative per recuperare e riqualificare le zone abbandonate a cui saranno abbinate attività di sensibilizzazione sui temi ambientali.

Alberi e spazi urbani

Nel 2021 l’Italia è stato il Paese europeo più colpito dagli incendi boschivi. Non basta quindi piantare nuovi alberi, è necessaria la gestione oculata del nostro patrimonio verde a cominciare dalla formazione di operatori specializzati.

La cura e la manutenzione degli alberi non vanno pensate solo nei boschi, ma anche negli spazi urbani.

«Gli alberi sono esseri viventi e non sono eterni e il verde urbano ha dinamiche differenti rispetto a quelle di una foresta, quindi la gestione deve essere diversa.

Le cadute di rami o dell’intera pianta sono quasi sempre conseguenza di errati comportamenti dell’uomo, per incapacità tecnico-professionale e per l’applicazione di luoghi comuni palesemente errati», dichiara Renato Ferretti, consigliere nazionale CONAF (Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali).

Ferretti cita l’esempio dei viali alberati: se trascurati possono diventare una potenziale minaccia, se ben curati potranno mitigare l’isola di calore, contrastare il dissesto idrogeologico, intercettare le acque piovane

«Serve una progettazione che consideri l’intero ciclo di vita, fino alla maturità, così da rendere il luogo d’impianto idoneo alla crescita di alberi sani e robusti. Un progetto corredato da un programma di manutenzione (ossia di cure colturali) che preveda gli interventi necessari annualmente e anche la sostituzione preventiva al termine del ciclo di vita», afferma Sabrina Diamanti, presidente del CONAF.

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Prodotti economici e servizi ecosistemici

Occorre una visione diversa che veda nella valorizzazione del bosco una fonte non solo di prodotti economici – l’industria italiana del legno è la prima in Europa, ma importa dall’estero più dell’80% del legname richiesto dall’industria del mobile, della carta o del riscaldamento – ma anche di servizi ecosistemici.

Esiste anche un altro problema, non meno grave: ogni anno in Italia almeno 500 ettari di aree forestali vengono ricoperti dal cemento, stando alle analisi del Centro Ricerca sui Consumi di Suolo, che monitora la situazione dei Paesi UE.

Fa notare Enrico Allasia, presidente della Federazione nazione Risorse Boschive di Confagricoltura, che «una superficie forestale gestita e non lasciata a se stessa significa legno nelle zone vocate, ma anche turismo ed economia di base per prodotti come funghi e tartufi.

Non meno importante è la filiera medicale per le foreste: le persone che hanno bisogno di una riabilitazione psicologica o motoria possono usufruire di questi spazi e questa è un’altra opportunità che i boschi offrono agli imprenditori che vogliono cimentarsi in questo campo».

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L’insetto killer che fa strage di alberi

Mentre si discute di come valorizzare al meglio il patrimonio boschivo italiano, arriva l’allarme di un parassita killer che sta facendo strage di alberi soprattutto nella fascia alpina, dove ha già colpito 14 milioni di piante.

Il Bostrico Tipografico infetta gli abeti indeboliti dagli effetti del cambiamento climatico: infatti si diffonde con l’aumentare delle temperature. L’insetto scava gallerie sotto la corteccia e interrompe il flusso della linfa in abeti rossi, larici, abeti bianchi e pini silvestri uccidendoli in poche settimane.

Sembra che all’origine dell’invasione del Bostrico Tipografico ci sia il legname rimasto ancora a terra nelle zone più impervie colpite dalla tempesta Vaia.

Una iniziativa interessante viene da Treedom, l’azienda fiorentina che permette a persone e aziende di piantare alberi in tutto il mondo e seguirne la storia online.

Treedom ha deciso di realizzare in Italia quattro progetti di piantumazione (in Toscana, in Campania e in Puglia) in collaborazione con associazioni che si dedicano al recupero di terreni incolti o di beni confiscati alla criminalità organizzata.

Chiunque potrà contribuire piantando o regalando uno dei 10mila alberi di Treedom.

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