Il World Wetlands Day celebra il ruolo cruciale di questi ecosistemi per contrastare il climate change e preservare la biodiversità. In Italia, Legambiente pubblica un dossier in cui presenta le 15 best practices di conservazione nel Belpaese
La Giornata mondiale delle zone umide 2022 si celebra il 2 febbraio
(Rinnovabili.it) – Mitigano i cambiamenti climatici stoccando il carbonio. Sono veri e propri scrigni di biodiversità, dal momento che forniscono risorse indispensabili a numerose specie di animali e piante. Paludi, acquitrini, torbiere e specchi d’acqua hanno un ruolo fondamentale negli equilibri ecosistemici e del clima. Ma sono anche sottoposte a una pressione antropica crescente, oltre a subire l’impatto del climate change. Per ricordarne il valore e alzare gli impegni globali di protezione, ogni 2 febbraio si celebra la World Wetlands Day, la Giornata mondiale delle zone umide 2022.
Perché si celebra la Giornata mondiale delle zone umide
Cade il 2 febbraio il World Wetlands Day. In questo giorno, nel 1971, è stata firmata la “Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale”. Il documento fu firmato a Ramsar, in Iran, e finora è stato sottoscritto da 172 Paesi. Tra gli obiettivi, la protezione delle zone umide individuandole e delimitandole ufficialmente, ma anche lo studio degli aspetti più caratteristici di questi ecosistemi, a partire dall’avifauna. E, ovviamente, la promozione di programmi di conservazione degli habitat. La Convenzione a oggi comprende una lista di 2.435 zone umide, designate come di “importanza strategica internazionale”. In Italia se ne contano 66.
Ma cosa si intende esattamente per zone umide? Il documento internazionale inserisce in questa categoria le paludi, gli acquitrini, le torbiere, i bacini d’acqua con alcune caratteristiche. Questi possono essere naturali o artificiali, permanenti o transitori, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata. Sono incluse anche le distese di acqua marina, a patto che la loro profondità, durante la bassa marea, non superi i sei metri.
Le iniziative per il World Wetlands Day
Secondo l’ultimo aggiornamento del Global Wetland Outlook, la pubblicazione scientifica di riferimento sullo stato di salute delle zone umide, queste ultime hanno perso il 35% della loro estensione dal 1970 a oggi. La percentuale di aree degradate sale al 90% se si inizia a valutare dagli inizi del 1700. Questi ecosistemi scompaiono a un ritmo 3 volte maggiore di quello delle foreste. Ma gli sforzi di conservazione stanno dando anche dei buoni risultati.
In Italia, ad esempio, la Giornata mondiale delle zone umide 2022 è l’occasione per celebrare una serie di progetti di successo nella gestione degli ambienti umidi e degli ecosistemi acquatici in tutta la Penisola. Se ne occupa Legambiente, che per la ricorrenza pubblica una mappa con le 15 buone pratiche attraverso lo Stivale. Si va dal centro visite sulla lontra nel Parco nazionale del Gran Paradiso, al monitoraggio del fenicottero rosa del Parco nazionale del Gran Sasso, al censimento in Sicilia delle zone umide delle isole del Mediterraneo, con l’università di Catania che finora ne ha contate 11mila. E ancora: con il progetto LIFE STREAMS avviato in 6 aree pilota (Parco nazionale della Maiella, Parco regionale Montemarcello-Magra-Vara, Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Parco nazionale dei Monti Sibillini, Parco nazionale del Pollino e Regione Sardegna) e poi esteso ad altre 11 aree, si lavora al recupero e alla conservazione delle popolazioni di trota mediterranea (Salmo cettii), a rischio di estinzione.