La giornata mondiale degli uccelli migratori cade a ottobre e a maggio di ogni anno
(Rinnovabili.it) – Centinaia di eventi in tutto il mondo, un unico collante: il canto e la danza. È questo il filo rosso che unisce le iniziative di celebrazione della Giornata mondiale degli uccelli migratori, che cade oggi, 9 ottobre, ma anche durante il secondo sabato di maggio. Il World Migratory Bird Day, ricorrenza voluta dalle Nazioni Unite, infatti, si festeggia due volte l’anno a sottolineare la ciclicità delle lunghe traversate che compiono gli uccelli migratori lungo i corridoi aerei che collegano i continenti.
Perché si celebra la Giornata mondiale degli uccelli migratori
Circa 2.000 delle 11.000 specie di uccelli del mondo migrano. Alcune coprono distanze enormi, come la sterna artica o la pittima reale, che vola senza sosta per distanze superiori a 11.500 chilometri facendo la spola tra l’Alaska e la Nuova Zelanda. Le specie migratorie sono tra le più esposte alle minacce di un clima che cambia.
“Gli uccelli migratori sono testimoni e sono colpiti dalla triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento”, sottolinea Inger Andersen, sottosegretario generale delle Nazioni Unite e direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Una situazione di fragilità di cui molto recentemente si è avuta l’ennesima prova. Secondo lo IUCN, l’agenzia che compone la lista rossa delle specie a rischio estinzione, quest’ultima è una possibilità concreta per ben il 14% delle specie di uccelli. E poche settimane fa, l’amministrazione Biden ha ufficialmente dichiarato estinte 11 specie di volatili.
“Fare progressi per dominare il cambiamento climatico e porre fine alla perdita di biodiversità è fondamentale per la sopravvivenza degli uccelli migratori. Il viaggio di un uccello migratore non conosce confini e quindi nemmeno la nostra risposta alla crisi planetaria. Invito tutti noi a intensificare l’azione, l’azione e l’azione per proteggere il futuro di tutte le specie su questo pianeta”, continua Andersen nel suo messaggio per la Giornata mondiale degli uccelli migratori.
Le minacce agli uccelli migratori
Tra le minacce principali, la Giornata mondiale degli uccelli migratori sottolinea soprattutto la perdita di habitat e la caccia di frodo. Non è semplice comprendere quanto sia delicata la sopravvivenza delle specie che migrano. Lo ha raccontato molto bene il biologo Gianluca Serra nel suo “Salam è tornata”, tra le cui pagine si intrecciano la riscoperta di una specie che si credeva ormai estinta, l’Ibis eremita, e le meraviglie del deserto che circonda Palmira, in Siria, il conflitto che ha sconvolto il paese arabo (distruggendo l’habitat di questo uccello, che per riprodursi con successo ha bisogno di silenzio e non di cannonate) e il difficile lavoro di tracciamento delle rotte su cui migrano gli Ibis, lungo la costa est del mar Rosso fino agli altopiani dell’Etiopia. Ma anche un racconto di come è possibile convincere le persone a cambiare abitudini, anche profondamente radicate nella loro cultura, e magari abbassare il fucile per prendere in mano il binocolo e trasformarsi in guardiaparco.
Il World Migratory Bird Day serve per ricordare tutto questo e per aumentare la consapevolezza. Anche su altri fronti: tra le minacce compaiono anche avvelenamento, inquinamento e collisione con oggetti artificiali, come edifici ricoperti di vetro e linee elettriche. Circostanze, quest’ultime, di cui abbiamo avuto un assaggio di recente quando a settembre centinaia di uccelli migratori sono morti sbattendo contro i grattacieli di New York. Uno dei principali sospettati, qui, è l’inquinamento luminoso.
“Il cambiamento climatico sta aggiungendo ulteriore pressione sugli uccelli migratori influenzando negativamente gli habitat di cui hanno bisogno per riprodursi, riposare e fare rifornimento lungo il percorso”, ricordano gli organizzatori della Giornata mondiale degli uccelli migratori, aggiungendo che “sta anche incidendo sui cicli annuali degli uccelli, influenzando i tempi di migrazione e riproduzione e causando discrepanze nella disponibilità di cibo”.