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Foreste, se vogliamo salvarle dobbiamo agire in fretta

Il WWF ha lanciato l’allarme foreste. I fondi pubblici destinati alla loro salvaguardia sono scarsissimi e la deforestazione aumenta a livelli preoccupanti. Ma possiamo ancora farcela: non serve darsi nuovi obiettivi, ma essere determinati a rispettare quelli che ci sono già

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Il polmone verde è malato ma ancora salvabile

Le foreste sono ancora in pericolo: sembra che il mondo stia dimenticando l’importanza del polmone verde del mondo nell’equilibrio ambientale globale.

I leader di 140 Paesi riuniti nella COP 26 a Glasgow (2014) si impegnarono a fermare e invertire la deforestazione entro il 2030, ma le tendenze in atto sembrano sconfessare questo impegno.

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L’allarme foreste del WWF

Il WWF ha deciso di intervenire lanciando un allarme foreste: andando avanti di questo passo sarà impossibile ripristinarle entro il 2030. Questo avrà un impatto gravissimo sul Pianeta e di conseguenza sulla vita delle persone.

Il Rapporto Forest Pathways del WWF fa il punto della situazione e mostra il preoccupante aumento della deforestazione nel mondo; mostra anche che fermare la deforestazione è possibile, come pure gestire in modo sostenibile le foreste e ripristinarle con enorme vantaggio per il Pianeta.

Il Forest Declaration Assessment pubblica ogni anno uno studio (quello appena pubblicato ha un titolo molto eloquente, Off track and falling behind) sullo stato delle foreste globali basato sulle evidenze: un prezioso aiuto per pianificare le azioni per ripristinare le foreste entro il 2030.

I dati di Forest Declaration Assessment dicono che la deforestazione ha raggiunto 6,6 milioni di ettari nel 2022, con una perdita di foreste tropicali primarie di 4,1 milioni di ettari. Infatti, è proprio nelle zone tropicali che avviene il 96% della deforestazione globale.

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La pericolosa inversione delle emissioni di anidride carbonica

Questi livelli di deforestazione, sommati al riscaldamento globale e a un clima sempre più estremo, stanno innescando un pericoloso meccanismo per cui le foreste tropicali stanno cominciando ad emettere anidride carbonica anziché assorbirla.

Da queste osservazioni nasce l’allarme del WWF: la crescente deforestazione nei tre più grandi bacini forestali tropicali del Pianeta (Amazzonia, Congo e sud-est asiatico) potrebbe innescare una catastrofe globale.

In pochi anni si è persa un’area forestale grande quanto la Danimarca; è un momento critico in cui le scelte dei governi e delle imprese sono determinanti. È impossibile affrontare la crisi climatica e sviluppare economie sostenibili senza foreste.

Non serve definire nuovi obiettivi, ma raggiungere quelli già fissati

Fran Price, Global Forests Lead del WWF, ha affermato che «non serve definire nuovi obiettivi, ma ambizione, rapidità e responsabilità senza compromessi per raggiungere quelli già fissati».

Un dato che fa riflettere è quello relativo ai finanziamenti: i finanziamenti pubblici a sostegno di progetti dannosi per l’ambiente valgono almeno 100 volte più di quelli per la protezione delle foreste.

A livello globale, alle foreste vengono destinati appena 2,2 miliardi di dollari di fondi pubblici, una cifra veramente esigua.

Ai popoli indigeni e alle comunità locali va un’elemosina, e pensare che sono quelli che gestiscono più efficacemente il territorio: le foreste sono più protette, i livelli di deforestazione e degrado sono molto bassi.