(Rinnovabili.it) – Anche il mare ha le sue foreste, proprio come la Terra, e anche queste contribuiscono a proteggere la vita e la salute del Pianeta.
Anche le foreste del mare sono sottoposte a maltrattamenti infiniti che ne mettono in pericolo la sopravvivenza: antropizzazione delle coste, pesca a strascico, ancoraggio senza rispetto.
L’inquinamento (quante volte si è parlato della presenza della plastica che soffoca la vita nel mare?) e il cambiamento climatico danno il colpo di grazia a questo prezioso ecosistema.
L’associazione ambientalista Marevivo ha avviato Replant, un progetto pilota per ripopolare le foreste del mare che riguarda in particolare la Cymodocea nodosa.
Una pianta marina, non un’alga
Come la Posidonia oceanica, anche la Cymodocea nodosa non è un’alga ma una pianta marina perenne che produce fiori e frutti che ha dimensioni inferiori a quelle della Posidonia.
Si trova comunemente in luoghi riparati, sabbiosi, in acque basse (profondità 6-10 metri). Le radici molto forti e ramificate la ancorano saldamente ai fondali.
I fondali colonizzati dalla Cymodocea sono veri e propri habitat favorevoli alla riproduzione e allo sviluppo di tanti organismi marini.
L’obiettivo del progetto è ripopolare un’area di 100mq nei fondali del golfo di Trieste e nell’area marina protetta di Torre del Cerrano che si trova lungo la costa adriatica dell’Abruzzo, a Pineto (in provincia di Teramo).
Dopo aver piantato la Cymodocea nodosa, gli esperti di Marevivo studieranno tempi e modi di sviluppo delle piante e monitoreranno la biodiversità dell’area.
Perché sono importanti le foreste del mare
Il primo passo del progetto è stata la messa a dimora di circa 300 talee di Cymodocea nodosa in un’area di 2 mq nel golfo di Trieste.
Dopo avere accertato l’attecchimento l’attecchimento dei primi esemplari di Cymodocea (circa 15 giorni), si è proceduto con la piantumazione di un’area di 100 mq.
Ma qual è precisamente il ruolo delle foreste del mare? Producono il 50% dell’ossigeno che respiriamo, assorbono il 30% della CO2 in eccesso, vi si rifugia il 25% delle specie viventi del Mediterraneo, attenuano il movimento ondoso e riducono l’erosione costiera.
La distruzione delle foreste del mare ha cominciato a manifestarsi con chiarezza nel Mediterraneo negli anni Ottanta. Da allora ogni 30 minuti si perde un’area di vegetazione marina pari all’estensione di un campo di calcio.
Cosa possiamo fare? È urgente sensibilizzare le persone sull’importanza di queste piante marine e sul loro ruolo per la conservazione dell’ambiente e della biodiversità, ed è importante sostenere progetti come Replant.