Rinnovabili

Europa in ritardo sull’Obiettivo 14 di Sviluppo Sostenibile

obiettivo 14
Credit: GPA Photo Archive (CC BY 2.0)

L’Obiettivo 14 stabilisce di conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile

(Rinnovabili.it) – Povertà e fame non potranno mai essere sconfitte se i nostri oceani non torneranno prima in buona salute. L’avvertimento arriva direttamente dal WWF, secondo il quale almeno 64 dei 169 traguardi degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) non potranno essere raggiunti se non ci si concentrerà prima sulla conservazione e sull’uso sostenibile degli oceani (SDG 14).
Stando all’analisi della ONG, per farcela nei tempi concordati (la prima “tappa” è fissata alla fine dell’anno), si è ancora in alto mare: 1 dei 4 target previsti dall’Obiettivo 14 per il 2020 è stato centrato solo parzialmente e gli altri 3 risultano del tutto disattesi.

Esclusi i 4 di cui sopra, per quanto riguarda l’Obiettivo 14 rimangono per il 2025/2030 altri 6 target necessari a garantire la resilienza degli oceani e la tutela del loro ruolo di assorbitori di carbonio. Anche in questo caso, data l’inerzia finora dimostrata dai Paesi che hanno sottoscritto gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, le previsioni sono tutt’altro che rassicuranti. Urge un cambio di rotta, rapido e deciso: bisogna istituire nuove aree marine protette, fermare le trivellazioni, contrastare la pesca illegale e smettere di sovvenzionare quella eccessiva, impedire lo smaltimento di rifiuti – plastica in primis – ed aumentare al contempo le conoscenze scientifiche e la capacità di ricerca.

Leggi anche: “Tutela degli oceani: urgenti 8,5 milioni di km2 di nuove aree marine protette”

Nonostante l’attenzione all’ambiente marino stia aumentando all’interno dell’Agenda 2030, le volontà politiche e i finanziamenti rimangono insufficienti.
Pur ammettendo “progressi in atto” per due dei sei target legati alla conservazione e all’uso sostenibile delle risorse marine, WWF evidenzia in generale diverse lacune, tra cui la mancanza di un monitoraggio e di un’accurata rendicontazione. Elementi del tutto necessari a valutare successi e fallimenti dell’Agenda al 2030. Come evidenziato dalla stessa ASVIS (Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile), in Italia, persiste infatti una grave carenza di raccolta dati e di monitoraggio che non permette di mettere a fuoco la gravità della situazione riguardo gli ecosistemi marini. 

Il WWF è stato capace di attivare processi virtuosi che negli anni hanno portato al raggiungimento di risultati concreti nella tutela degli oceani e nella salvaguardia degli ecosistemi marini”, ha dichiarato Isabella Pratesi, Direttore di Conservazione del WWF Italia. “È giunta l’ora che anche i policy marker e i membri del Parlamento Europeo promuovano progressi efficaci e dimostrabili allo scopo di raggiungere una sostenibilità globale, proteggere gli ecosistemi naturali, tutelare il benessere delle persone e la sicurezza alimentare legata alle risorse in un clima in veloce cambiamento. Per fare ciò – specifica Pratesi – dobbiamo guardare oltre i singoli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e i loro target e considerare queste problematiche con un approccio trasversale e interconnesso. A cominciare dal problema della sovrapesca – e della pesca illegale – su cui è importante impegnarsi per eliminarle, con un piano di tutela degli ecosistemi marini che sia realmente efficace.”

I 10 Target (7 + 3) previsti dall’Obiettivo 14  


14.1 Entro il 2025, prevenire e ridurre in modo significativo l’inquinamento marino di tutti i tipi, in particolare quello proveniente dalle attività terrestri, compresi i rifiuti marini e l’inquinamento delle acque da parte dei nutrienti

14.2 Entro il 2020 gestire e proteggere in modo sostenibile gli ecosistemi marini e costieri per evitare impatti negativi significativi, anche rafforzando la loro capacità di recupero e agendo per il loro ripristino, al fine di ottenere oceani sani e produttivi

14.3 Ridurre al minimo e affrontare gli effetti dell’acidificazione degli oceani anche attraverso una maggiore cooperazione scientifica a tutti i livelli

14.4 Entro il 2020, regolare efficacemente la raccolta e porre fine alla pesca eccessiva, la pesca illegale, quella non dichiarata e non regolamentata e alle pratiche di pesca distruttive, e mettere in atto i piani di gestione su base scientifica, al fine di ricostituire gli stock ittici nel più breve tempo possibile, almeno a livelli in grado di produrre il rendimento massimo sostenibile come determinato dalle loro caratteristiche biologiche

14.5 Entro il 2020, proteggere almeno il 10 per cento delle zone costiere e marine, coerenti con il diritto nazionale e internazionale e sulla base delle migliori informazioni scientifiche disponibili

14.6 Entro il 2020, vietare quelle forme di sovvenzioni alla pesca che contribuiscono all’eccesso di capacità e alla pesca eccessiva, eliminare i sussidi che contribuiscono alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e astenersi dall’introdurre nuove sovvenzioni di questo tipo, riconoscendo che un trattamento speciale e differenziato adeguato ed efficace per i paesi in via di sviluppo e i paesi meno sviluppati dovrebbe essere parte integrante del negoziato sui sussidi alla pesca dell’Organizzazione Mondiale del Commercio

14.7 Entro il 2030, aumentare i benefici economici derivanti dall’uso sostenibile delle risorse marine per i piccoli Stati insulari e i paesi meno sviluppati, anche mediante la gestione sostenibile della pesca, dell’acquacoltura e del turismo

14.a Aumentare le conoscenze scientifiche, sviluppare la capacità di ricerca e di trasferimento di tecnologia marina, tenendo conto dei criteri e delle linee guida della Commissione Oceanografica Intergovernativa sul trasferimento di tecnologia marina, al fine di migliorare la salute degli oceani e migliorare il contributo della biodiversità marina per lo sviluppo dei paesi in via di sviluppo, in particolare i piccoli Stati insulari in via di sviluppo e i paesi meno sviluppati

14.b Assicurare ai piccoli pescatori artigianali l’accesso alle risorse e ai mercati marini

14.c Migliorare la conservazione e l’uso sostenibile degli oceani e delle loro risorse tramite l’applicazione del diritto internazionale, che si riflette nell’UNCLOS, che fornisce il quadro giuridico per l’utilizzo e la conservazione sostenibile degli oceani e delle loro risorse, come ricordato al punto 158 de “Il futuro che vogliamo”

Leggi anche: ““Accelerazione blu”: aumentano le attività di sfruttamento degli oceani”

Exit mobile version