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Biodiversità: 28 specie salvate dal rischio estinzione

Una ricerca dell'Università di Newcastle mostra che, senza gli interventi di protezione, i tassi di estinzione sarebbero stati circa 3-4 volte maggiori degli attuali.

Contro l’estinzione, gli interventi di protezione della natura funzionano

(Rinnovabili.it) – Uno studio condotto dall’Università di Newcastle, in collaborazione con BirdLife International, ha dimostrato che dal 1993 gli interventi a protezione della natura hanno impedito l’estinzione globale di almeno 28 specie di uccelli e mammiferi presenti nella Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

Lo studio, che ha coinvolto anche l’Università Sapienza di Roma e la Zoological Society of London, ha evidenziato quali sono state le azioni più frequenti in grado di favorire la prevenzione: 21 specie di uccelli hanno beneficiato del controllo delle specie invasive, 20 della conservazione in zoo e collezioni e 19 della protezione dell’habitat. Ancora, 14 specie di mammiferi hanno beneficiato della legislazione e 9 della reintroduzione. I loro risultati mostrano che, senza gli interventi di protezione, i tassi di estinzione sarebbero stati circa 3-4 volte maggiori.

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Tra le specie salvate dall’estinzione, c’è l’amazzone di Porto Rico (Amazona vittata), un piccolo pappagallo che vive nell’omonima isola. Ridotta a 13 individui nel 1975, era stata introdotta nel 2006 nel Rio Abajo State Park dello stato caraibico, quando gli uragani del 2017 hanno spazzato via la popolazione originaria. Senza gli sforzi di reintroduzione, i pappagalli si sarebbero estinti completamente.

Altre, ormai, sopravvivono solo in cattività, ma c’è speranza che possano venire reintrodotte in natura. Com’è successo, ad esempio, per il cavallo di Przewalski (Equus ferus supsp. przewalskii), anche noto come pony della Mongolia, il parente più prossimo, tra quelli attualmente esistenti, del più conosciuto cavallo domestico. Estinto in natura negli anni 60, oggi più di 760 cavalli di Przewalski stanno di nuovo vagando per le steppe della Mongolia.

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Tuttavia, alcune specie incluse nello studio, come la Vaquita Phocoena sinus, una focena di cui esistono solo 12 individui, sono ancora in rapido declino. Il professor Phil McGowan, che guida una task force della Commissione per la sopravvivenza delle specie IUCN, ha dichiarato: “Di solito ascoltiamo brutte storie sulla crisi della biodiversità e non c’è dubbio che stiamo affrontando una perdita senza precedenti a causa dell’attività umana, che però può essere fermata se c’è sufficiente volontà per farlo. Questo è un invito all’azione: mostrare l’entità del problema e cosa possiamo ottenere se agiamo ora per sostenere la conservazione e prevenire l’estinzione”.