Rinnovabili • Estinzione di massa: può rendere impossibile la vita umana sulla Terra

L’estinzione di massa in corso può rendere impossibile la vita umana sulla Terra

Uno studio apparso su PNAS sposta l’attenzione dall’estinzione delle specie a quella dei generi: il tasso di scomparsa oggi è 35 volte più alto di quello di fondo calcolato sull’ultimo milione di anni. Perdere interamente generi e famiglie significa non poter più contare sulle funzioni che essi svolgevano

Estinzione di massa: può rendere impossibile la vita umana sulla Terra
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L’analisi su 34.600 specie animali appartenenti a 5.400 generi

(Rinnovabili.it) – Il problema non è soltanto la quantità di specie animali e vegetali che si stanno estinguendo a causa dell’uomo. Il problema è che la sesta estinzione di massa in corso sta “mutilando l’albero della vita”, facendo sparire interi rami. Così vanno perduti generi e famiglie intere, e le funzioni che questi svolgono. Con il risultato di “cambiare la traiettoria globale dell’evoluzione e distruggere le condizioni che rendono possibile la vita umana”. In altre parole: non bisogna guardare solo l’estinzione delle specie; l’estinzione dei generi porta con sé una minaccia esistenziale.

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Lo afferma uno studio pubblicato su PNAS che ha calcolato il tasso di estinzione di massa attuale in rapporto a quello di 500 anni fa, attraverso l’analisi di 34.600 specie di vertebrati riconducibili a 5.400 generi. Di questi, nell’ultimo mezzo millennio se ne sono completamente estinti 73. Può sembrare un numero piccolo: non lo è. In assenza di cause antropiche, ci avrebbero messo 18.000 anni a estinguersi, calcolano gli autori dello studio. Il tasso di estinzione, oggi, è quindi 35 volte più elevato di quello che ci si attenderebbe considerando l’ultimo milione di anni.

E le prospettive per l’immediato futuro sono preoccupanti. Il ritmo di estinzione “probabilmente accelererà notevolmente nei prossimi decenni” a causa dei fattori legati ai modi di consumo dell’uomo e alle dinamiche di crescita. Tra cui la distruzione di habitat, il commercio illegale e il cambiamento climatico. “Se tutti i generi ora in pericolo dovessero scomparire entro il 2100, i tassi di estinzione sarebbero 354 (in media) o 511 (per i mammiferi) volte più alti rispetto ai tassi dell’ultimo milione di anni. I generi che perderemmo in tre secoli avrebbero impiegato 106.000 e 153.000 anni per estinguersi in assenza dell’uomo.

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Troppo allarmismo? “Come scienziati, dobbiamo stare attenti a non essere allarmisti”, ha riconosciuto Gerardo Ceballos, primo autore dello studio. Tuttavia la gravità dei risultati della ricerca richiede un linguaggio più potente: “Sarebbe immorale non spiegare l’entità del problema, poiché noi e altri scienziati siamo allarmati”.