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Brasile: il 20% della soia venduta all’UE deriva dal disboscamento illegale

Disboscamento illegale
Credits: ally j da Pixabay

Uno studio ha prodotto una mappatura delle aziende brasiliane collegate a pratiche di disboscamento illegale

(Rinnovabili.it) – Secondo uno studio pubblicato su Science, circa 1/5 delle importazioni europee di soia provenienti dal Brasile potrebbe essere collegato a pratiche di disboscamento illegale. La ricerca ricava questo dato dalla realizzazione di un approfondito inventario delle aziende agricole brasiliane presenti nella catena di approvvigionamento del legume.

Oltre a mettere in guardia l’Europa, lo studio permette alle autorità brasiliane di avere a disposizione una mappatura delle fattorie che violano le regole contro il disboscamento illegale. “Il Brasile adesso ha i mezzi per sviluppare un grande sistema di monitoraggio guidato dal governo in grado di ripulire le catene di approvvigionamento della deforestazione”, ha dichiarato Raoni Rajao, autore e docente presso l’Università Federale di Minas Gerais.

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Un monitoraggio più efficace, infatti, è particolarmente importante, specie per un paese come il Brasile che produce un volume di soia pari a quello degli USA, ed è sulla buona strada per diventare di gran lunga il più grande esportatore mondiale entro il 2029. “Prima i mezzi tecnici per il monitoraggio non c’erano, ma ora li abbiamo sviluppati”, sottolinea Rajao.

Analizzando la pratica del disboscamento illegale nella foresta pluviale amazzonica e nella sanava tropicale di Cerrado, il team ha scoperto che anche il 17% delle esportazioni di carne bovina del Brasile verso l’Unione europea è legato alla distruzione di questi due fondamentali habitat. Tuttavia, un risultato “confortante” mostra che, dal 2008, solo il 2% delle aziende agricole ha causato il 62% del disboscamento illegale nell’area monitorata.

Lo studio ha preso in considerazione solo le esportazioni verso l’Unione europea, che ha assorbito il 16% del totale delle esportazioni brasiliane di soia nel 2019. Rajao ha affermato che i ricercatori si sono concentrati sull’UE soprattutto in vista del recente accordo commerciale UE-Mercosur che, una volta ratificato, aumenterebbe il commercio agricolo bidirezionale. Rajao ha dichiarato che le ricerche future potrebbero interessare le ben più consistenti esportazioni verso la Cina, che rappresenta il 64% delle vendite di soia brasiliane.

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“Questa scoperta arriva in un momento critico in cui il governo brasiliano è sotto pressione per invertire la sua posizione notoriamente anti-ambientale, che sta alimentando il disboscamento illegale dell’Amazzonia”, ha sottolineato Philip Fearnside, ecologo presso l’Istituto Nazionale di Ricerca Amazzonico del Brasile.

Il gruppo industriale Abiove, che rappresenta gli interessi dei commercianti di materie prime globali in Brasile, ha affermato che i suoi membri non acquistano da fattorie sotto embargo ufficiale da parte del governo brasiliano per disboscamento illegale. Ma Abiove ha anche sottolineato che è precisa responsabilità del governo imporre l’embargo e che lo studio rivela una visione distorta delle autorità brasiliane sullo stato dell’arte delle aziende produttrici.

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