Rinnovabili • Deforestazione da record: in Amazzonia a gennaio scomparsi 360 km2 Rinnovabili • Deforestazione da record: in Amazzonia a gennaio scomparsi 360 km2

Ad agosto, +80% di deforestazione in Amazzonia

Deforestazione in Brasile: nuovo record, distrutta un’area grande 22 volte Milano
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La deforestazione ha cancellato un’area grande come l’Umbria da inizio anno

(Rinnovabili.it) – La stagione 2022 del disboscamento in Amazzonia si chiude con uno dei peggiori risultati di sempre. Ad agosto, le motoseghe hanno cancellato 1.661 km2 di foresta pluviale. Un’area grande più di 9 volte la città di Milano. Una vera impennata rispetto all’anno precedente, quando nello stesso mese la deforestazione aveva abbattuto “solo” 918 km2: +80%.

Lo riportano i dati Inpe, l’Agenzia brasiliana per la ricerca spaziale che monitora via satellite l’andamento della deforestazione nell’Amazzonia legale. Cioè quella parte di foresta che ricade nei confini nazionali e corrisponde al 59% dell’Amazzonia complessiva.

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Nel complesso, dall’inizio dell’anno il “desmatamiento ilegal” si è mangiato 8.590 km2, una regione vasta quanto l’Umbria. Il dato è in linea con quello del 2021, che aveva fatto registrare il record assoluto di disboscamento. Ed è il 3° anno di fila che il conto da gennaio ad agosto supera gli 8mila km2. Numeri che confermano, una volta di più, la pesantissima eredità che sta lasciando il presidente Jair Bolsonaro.

“Bolsonaro può lasciare il governo, ma lascia al suo successore una crisi ambientale in Amazzonia che non si vedeva dagli anni ’90 e una crisi sociale senza precedenti”, afferma Marcio Astrini, segretario esecutivo dell’ong Climate Observatory. Tra poche settimane infatti il Brasile andrà alle urne per scegliere il nuovo presidente. Bolsonaro cerca la riconferma contro Lula, già presidente a inizio anni 2000 e artefice della più efficace politica contro la deforestazione che il paese abbia mai messo in campo negli ultimi decenni.

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“La deforestazione in Amazzonia è salita alle stelle negli ultimi anni, poiché l’attuale governo ha favorito le attività illegali e incoraggiato i criminali,attacca Cristiane Mazzetti di Greenpeace. “Anche se prevista, la distruzione a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi è molto preoccupante. Solo nei primi sette giorni di settembre, il numero di incendi registrati in Amazzonia ha superato l’intero mese di settembre dello scorso anno. Stiamo tornando a un passato antico, a un progetto basato sulla morte e sulla distruzione che deve essere fermato e annullato immediatamente”.