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La ricetta di 50 scienziati per risolvere crisi climatica e perdita di biodiversità

Crisi climatica, IPCC: per risolverla bisogna tutelare la biodiversità
Foto di Alain Audet da Pixabay

L’iniziativa di IPCC e IPBES per trovare nuove soluzioni alla crisi climatica

(Rinnovabili.it) – La crisi climatica e la perdita di biodiversità sono due facce della stessa medaglia. Di più: non si può risolvere una senza affrontare anche l’altra. Lo scrivono 50 tra i maggiori scienziati del clima e della diversità biologica, coinvolti dall’IPCC insieme all’IPBES in un workshop virtuale di quattro giorni per esaminare le sinergie tra protezione della biodiversità e mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.

Il punto di partenza è quello che è stato fatto finora, e come è stato fatto. Il rapporto nota che le politiche in materia hanno ampiamente affrontato la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici indipendentemente l’uno dall’altro. Ma connettere la mitigazione della perdita di biodiversità e il cambiamento climatico, considerando i loro impatti sociali, può massimizzare i benefici.

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“Il cambiamento climatico causato dall’uomo sta minacciando sempre più la natura e il suo contributo alle persone, inclusa la sua capacità di aiutare a mitigare il cambiamento climatico”, nota Hans-Otto Pörtner, co-presidente del comitato direttivo scientifico che ha coordinato i lavori del seminario. “I cambiamenti nella biodiversità, a loro volta, influenzano il clima, in particolare attraverso gli impatti sui cicli dell’azoto, del carbonio e dell’acqua”.

Un messaggio non distante da quello che ripete ad ogni occasione pubblica il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres: crisi climatica e crisi di biodiversità sono intimamente collegate, aspetti diversi della stessa “guerra alla natura” dichiarata dall’umanità.

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Le priorità per ripristinare un meccanismo positivo tra clima e stato di salute degli ecosistemi? Per gli esperti bisogna invertire il degrado degli ecosistemi ricchi di carbonio (foreste, torbiere, zone umide, foreste di mangrovie, …), puntare molto su pratiche sostenibili in agricoltura e nella gestione delle risorse forestali, moltiplicare le iniziative per la conservazione, cancellare i sussidi alle attività dannose per gli ecosistemi.

Il cambiamento delineato dai 50 scienziati è profondo e deve avvenire in tempi rapidi. Comporterà “un profondo spostamento collettivo dei valori individuali e condivisi riguardanti la natura, come l’allontanamento dalla concezione del progresso economico basato esclusivamente sulla crescita del PIL”, conclude Pörtner.

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