In collaborazione con E.ON
Biodiversity Lab, il “laboratorio” nel bosco che insegna la biodiversità forestale
L’Italia possiede un primato spesso poco conosciuto: i suoi ecosistemi forestali sono tra i più diversificati d’Europa in termini di composizione delle specie arboree. Una caratteristica che rende queste “infrastrutture verdi” particolarmente preziose, anche in virtù dell’ampia varietà di animali, funghi e specie vegetali a cui forniscono l’habitat. In poche parole: il Belpaese vanta una biodiversità forestale estremamente ricca e di valore. Per far conoscere questo immenso tesoro, i benefici annessi ma anche le opportunità ad esso legate, Rete Clima ed E.ON Italia hanno lanciato in questi giorni un nuovo progetto di tutela ed educazione ambientale. Parliamo del Biodiversity Lab, uno speciale “laboratorio a cielo aperto” realizzato nel bosco urbano di Giussano, in Lombardia.
La scelta del sito non è casuale. Il bosco è frutto di un’attività di riqualificazione e rinaturalizzazione del territorio, che nel 2012 ha coinvolto lo stesso Comune, Rete Clima e alcune aziende con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità locale. Sia quella ambientale che quella climatica, a beneficio della città e dei suoi cittadini. Oggi questo piccolo ma prezioso polmone verde è pronto a offrire nuovi vantaggi ospitando il percorso educativo del Biodiversity Lab. Un’esplorazione a tappe per conoscere alcune delle soluzioni innovative che oggi permettono di tutelare la biodiversità arborea, arbustiva ed animale.
Biodiversità forestale, un patrimonio da conoscere e tutelare
L’Italia vanta una superficie boschiva di oltre 11 milioni di ettari (pari al 37% di tutto il suolo nazionale) ed estremamente ricca di forme biologiche. Basti pensare che oggi le foreste nostrane ospitano ben due terzi di tutte le specie arboree presenti in Europa. A questa diversificazione arborea si associa ovviamente anche un considerevole patrimonio genetico in ambito faunistico e floreale. Numeri eccellenti, merito in parte anche delle norme di salvaguardia ambientale. Il paese possiede, infatti, uno dei più stringenti regimi di tutela esistenti nel Vecchio Continente. Non solo il 35 per cento della superficie forestale nazionale è soggetta ad una protezione speciale (ad esempio perché parte della Rete Natura 2000), ma addirittura il 100 per cento possiede un vincolo di tutela paesaggistica. Cosa significa? Che almeno sulla carta l’impegno per proteggere gli ecosistemi forestali italiani è alto.
Oggi tuttavia la mancanza di un’adeguata attività di sorveglianza, una scarsa pianificazione forestale e gli effetti del cambiamento climatico stanno mettendo a dura prova la biodiversità locale. L’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi sta progressivamente aumentando i rischi di incendio, di dissesto idrogeologico e persino di attacchi parassitari.
Non solo. L’aumento delle temperature medie annuali sta letteralmente facendo muovere le piante. Per adattarsi al nuovo clima le foreste sono costrette a modificare i loro areali di distribuzione e la loro composizione specifica. Secondo il Rapporto di Legambiente “La bioeconomia delle foreste” del 2023, ad esempio, gli areali delle querce mediterranee – specie più tolleranti nei confronti del caldo secco – sono destinati ad espandersi. Un cambiamento che si rifletterà inevitabilmente anche su flora e fauna, e più in generale su tutti i cosiddetti “servizi ecosistemici” che la biodiversità fornisce. Dai servizi di approvvigionamento delle materie prime, a quelli di regolazione come la produzione di ossigeno o la depurazione delle acque. Dai servizi di sostegno come l’impollinazione a quelli prettamente culturali.
Se è vero che molte delle risposte alle sfide attuali sono demandate alle alte politiche di governance, lo è anche il ruolo determinante delle attività “dal basso”. Attività di riqualificazione e rigenerazione delle aree danneggiate, un nuova consapevolezza ambientale e campagne di piantumazione oggi possono fare la differenza. E non solo in termini di tutela degli ecosistemi forestali. Come ha avuto modo di sottolineare la Commissione Europea nella sua “Biodiversity Strategy for 2030”, la salvaguardia del patrimonio biologico naturale è fortemente connessa con la questione climatica. I danni arrecati da un lato si riflettono inevitabilmente nell’altro e viceversa. “La perdita di biodiversità e il collasso degli ecosistemi rappresentano una delle maggiori minacce che l’umanità dovrà affrontare nel prossimo decennio”, scrive l’Esecutivo UE. “Minacciano inoltre le basi della nostra economia e i costi dell’inazione sono elevati e si prevede che aumenteranno”,
L’impegno di E.ON per la salvaguardia della biodiversità
La tutela del patrimonio biologico naturale rappresenta un tema particolarmente caro ad E.ON. La società, player internazionale dell’energia, ha ormai da tempo intrecciato le proprie attività con un forte impegno a favore dell’ambiente e dei territori, per portare avanti una strategia di decarbonizzazione energetica al 100% sostenibile. “Siamo pionieri nell’ambito della transizione ecologica e la sostenibilità rappresenta un elemento assolutamente centrale all’interno della strategia di E.ON”, ha dichiarato Luca Conti, CEO di E.ON Italia.
E proprio in virtù del nesso clima-biodiversità, gli sforzi dell’azienda per ridurre le emissioni climalteranti sono legati a doppio filo con il suo impegno per la salvaguardia e il ripristino degli ecosistemi locali. Uno dei grandi risultati raggiunti in questo campo è rappresentato dal Progetto Boschi E.ON.
Nata nel 2011 in collaborazione con AzzeroCO2, l’iniziativa ha permesso di piantare in Italia oltre 118mila alberi all’interno di riserve naturali, parchi nazionali e regionali. Per una superficie totale di 110 ettari. Parte della più ampia missione “Make Italy Green” di E.ON, questo progetto di forestazione rappresenta ancora oggi un primato: è il più grande mai portato avanti da un’impresa privata nel Belpaese.
“Il nostro impegno per la salvaguardia del Pianeta non si esaurisce con la strategia di business, ma ci coinvolge anche internamente come azienda”, spiega Daniela Leotta, Chief Digital & Innovation Officer di E.ON Italia. “Abbiamo infatti sistematizzato la nostra strategia ESG con 10 obiettivi concreti e misurabili, all’interno della quale si inserisce anche il Progetto Boschi E.ON, con il quale contribuiamo a tutelare la biodiversità del nostro territorio e proteggere l’ambiente, ripristinando la natura che ci circonda e le specie animali e vegetali che la popolano”.
Biodiversity Lab, alla scoperta di soluzioni innovative per proteggere gli ecosistemi
Biodiversity Lab è l’ultimo sforzo, in ordine cronologico, profuso nel campo da E.ON e nasce dalla collaborazione con Rete Clima, Impresa Sociale che dal 2011 accompagna le imprese verso percorsi di ESG e decarbonizzazione.
Inaugurato ufficialmente pochi giorni fa nel Bosco di Giussano, il “laboratorio” è dedicato alla biodiversità e attraverso diverse tappe permette di scoprire la ricchezza, i benefici e le opportunità offerte dagli ecosistemi locali, patrimonio prezioso da tutelare e preservare. Con l’obiettivo dichiarato di incrementare i benefici ecosistemici generati dal luogo. Come? Innanzitutto attraverso la riforestazione di una piccola Bioforest da parte di E.ON con 200 nuovi alberi autoctoni o, per meglio dire, di vere e proprie micro foreste in grado di ridurre l’effetto isola di calore e migliorare il drenaggio urbano. E ovviamente di contribuire alla qualità dell’aria.
Il progetto ha previsto anche: l’installazione di fasce di fiori selvatici per attirare gli insetti impollinatori e migliorare la salute del suolo; la costruzione delle cosiddette Log Pyramid, strutture realizzate impilando dei tronchi a forma di piramide, in grado fornire protezione ed habitat ad piccoli mammiferi, rettili, anfibi e alcuni funghi; la messa a dimora di piante nemorali in grado di svolgere un ruolo nella regolazione del microclima e forniscono cibo e riparo a una grande varietà di animali, insetti e microrganismi, contribuendo alla ricchezza e alla diversità degli ecosistemi forestali; la realizzazione di piccole zone umide, essenziali per il sostentamento e il riparo di specie come il rospo smeraldino.
Proprio in virtù delle diverse soluzioni attuate, il Biodiversity Lab svolge anche un ruolo sociale fondamentale, finalizzato a promuovere una nuova consapevolezza sui temi ambientali. Nel dettaglio il “laboratorio” accoglierà attività educative, studi sulla natura e sulle varie specie animali che la abitano. “L’inaugurazione del Biodiversity Lab – hanno commentato il Sindaco del Comune di Giussano (MB) Marco Citterio e l’Assessore con delega all’Ambiente Giacomo Crippa – fa sì che questo luogo possa divenire un polo di educazione ambientale dove i più piccoli possano scoprire la biodiversità presente nella nostra città e possano essere guidati alla scoperta di piante, fiori e animali che questo spazio lo vivono e lo fanno vivere”.
In collaborazione con E.ON