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Biodiversità: il modo in cui produciamo cibo mette a rischio il 90% degli animali terrestri

Uno studio pubblicato su Nature Sustainability analizza come il sistema alimentare globale, attraverso l’espansione agricola, influisce sulla perdita di habitat per le specie animali

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credits: WikiImages da Pixabay

I cambiamenti toccano 20mila specie di mammiferi, uccelli e anfibi: a rischio la biodiversità

(Rinnovabili.it) – Il sistema alimentare globale deve cambiare o nei prossimi 3 decenni il 90% degli animali terrestri perderà parte del proprio habitat naturale. Un danno ecologico vasto, che può portare a una sensibile perdita di biodiversità.

Lo sostiene uno studio pubblicato su Nature Sustainability e condotto da un team di ricercatori delle università inglesi di Leeds e Oxford. Con questo lavoro, gli studiosi sono riusciti a raggiungere un livello di dettaglio maggiore rispetto agli studi precedenti, con una scala di 2,25 km2. In questo modo, sono in grado di indicare con maggior precisione come i sistemi alimentari possono influenzare la biodiversità.

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Per arrivare a questi risultati, i ricercatori sono partiti dalle proiezioni sulla superficie di terra agricola di cui avrà bisogno ciascun paese nei prossimi decenni in base alla crescita demografica. Questi dati sono poi incrociati con un nuovo modello in grado di stimare dove è più probabile che si verifichi l’espansione delle colture e dove, invece, l’abbandono delle terre.

Nel complesso, questi cambiamenti possono riguardare circa 20mila specie di mammiferi, uccelli e anfibi. “Quasi 1.300 specie rischiano di perdere almeno un quarto del loro habitat rimanente, e centinaia potrebbero perderne almeno la metà. Questo rende molto più probabile la loro estinzione”, spiega David Williams dell’università di Leeds e tra gli autori dello studio. Tanto più che molte delle specie che lo studio considera a rischio, attualmente non sono nelle liste ufficiali di quelle minacciate, e quindi non beneficiano di alcuna protezione.

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Proprio questo punto rappresenta il valore aggiunto di questo studio. La tutela della biodiversità deve prendere in considerazione l’impatto di fattori importanti come l’espansione delle terre a uso agricolo. “Le discussioni sul rallentamento e l’inversione di perdita della biodiversità spesso si concentrano su azioni di conservazione convenzionali, come la creazione di nuove aree protette o una legislazione specifica per specie per le specie minacciate”, spiega Michael Clark, ricercatore a Oxford. E conclude che per avere risultati efficaci è necessario “ridurre anche i fattori di stress di fondo per la biodiversità”, come appunto l’espansione agricola.