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Biodiversità mondiale, perché a Ginevra è in gioco il nostro futuro?

Nella sede europea dell'ONU sono riprese le discussioni sul quadro post 2020 per la biodiversità mondiale. Obiettivo: preparare il terreno alla COP 15 di Kunming, in Cina.

Biodiversità mondiale
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Due settimane dedicate alla biodiversità mondiale

(Rinnovabili.it) – Tre incontri fondamentali per la biodiversità mondiale sono iniziati oggi a Ginevra, in Svizzera. Si tratta dei colloqui preparativi della COP 15 sulla Convenzione sulla diversità biologica (CBD), che si terrà a fine anno a Kunming, in Cina. Un appuntamento che determinerà l’ambizione dell’umanità nella tutela del pianeta, del patrimonio biologico e della sua stessa specie.

 “Il mondo è chiaramente desideroso di un’azione urgente per proteggere la natura”, ha affermato Elizabeth Maruma Mrema, segretaria esecutiva della CBD. “E non abbiamo tempo da perdere. Insieme, alla fine, dobbiamo raggiungere un accordo davvero storico che ci metta saldamente sulla strada per vivere in armonia con la natura”.

Perché la conferenza svizzera è tanto importante? Perché è la prima faccia a faccia da quando la pandemia di COVID-19 ha interrotto il processo negoziale del CBD. E sarà anche l’ultima prima della COP15. In altre parole da oggi fino al 29 marzo i delegati dovranno impegnarsi al massimo per far avanzare i colloqui il più possibile e definire il prossimo quadro d’azione.

“L’incontro svolge l’arduo compito di preparare il terreno per i negoziati finali”, spiega Li Shuo, consulente politico senior di Greenpeace per l’Asia orientale. “I paesi non dovrebbero solo avanzare obiettivi ambiziosi, ma anche accelerare la discussione sull’attuazione e sul finanziamento. Negli ultimi due anni, il mondo si aspetta con ansia un accordo che invertirà la dilagante distruzione della biodiversità. L’incontro di Ginevra deve dimostrare che questa attesa vale ancora la pena”.

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Nel dettaglio, in queste due settimane si riuniranno l’Organismo sulla consulenza scientifica, tecnica e tecnologica (SBSTTA 24), l’Organismo sussidiario sull’attuazione e il Gruppo sul Quadro Globale della Biodiversità Post-2020 (WG2020-3).

La SBSTTA-24 dovrà discutere di un approccio di monitoraggio per il quadro post-2020 sulla biodiversità mondiale. Ciò include le specie animali e vegetali sia marine che costiere, il rapporto tra biodiversità e agricoltura, tra biodiversità e salute, e le specie aliene invasive. Sul tavolo anche temi come la biologia sintetica, la valutazione e la gestione del rischio degli organismi viventi modificati e il programma di lavoro della piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici.

SBI-3 invece completerà il suo lavoro sugli input chiave per il quadro post-2020 e getterà solide basi per la sua adozione e attuazione in seguito alla ripresa della COP-15. L’agenda include un impegno affinché si mobilitino e aumentino i finanziamenti per la biodiversità, allineando meglio gli investimenti con le esigenze della natura e delle persone. E facilitando la divulgazione dei rischi e degli impatti per la natura. 

La riunione WG2020-3 si focalizzerà sull’azione necessaria per raggiungere la Visione 2050 di vivere in armonia con la natura e sulla definizione del modo in cui le prestazioni saranno monitorate e riportate. Ciò include affrontare i cinque fattori determinanti della perdita di biodiversità: cambiamento dell’uso del suolo e del mare, sfruttamento insostenibile, cambiamento climatico, inquinamento e specie esotiche invasive.

 “La biodiversità è al centro della resilienza del nostro pianeta ai cambiamenti climatici. L’ultimo rapporto dell’IPCC lo evidenzia chiaramente”, ha aggiunto An Lambrechts, di Greenpeace International. “La CBD COP15 ha urgente bisogno di intraprendere azioni coraggiose per proteggere i nostri ecosistemi. Sappiamo che ecosistemi sani sostengono tutta la vita sulla Terra. Ma le politiche falliranno se non metteranno i popoli indigeni e le comunità locali al centro del processo decisionale […] la nostra soluzione migliore è proteggere almeno il 30% della terra e almeno il 30% degli oceani a livello globale entro il 2030″.