Attraverso il tempo e lo spazio per studiare la biodiversità marina
(Rinnovabili.it) – I fossili sono da sempre utilizzati per comprendere e analizzare i cambiamenti della biodiversità globale avvenuti nel corso delle ere geologiche. Il problema è che più indietro nel tempo si cerca, più frammentarie risultano essere distribuzione e quantità dei reperti fossili. In altre parole, molte delle curve classiche usate per studiare l’evoluzione temporale della diversità biologica globale, possono essere fuorvianti.
Cosa fare, dunque, se non ci si può fidare completamente delle stime temporali? “Per aggirare questo problema – spiega il dottor Roger Close – abbiamo studiato la biodiversità su scala spaziale regionale“. Lo scienziato ha guidato alcuni ricercatori dell’Università di Birmingham, nella definizione di un nuovo metodo di studio. A differenza dell’approccio classico, quello di Close e colleghi si concentra su luoghi e datazioni precise, misurando i cambiamenti di diversità nei fossili marini sia nel tempo che nello spazio. “Confrontando regioni geografiche di dimensioni simili, abbiamo potuto dimostrare la complessità della variazione della diversità animale.
Il metodo sfrutta l’analisi dei big data. Nel dettaglio, il gruppo ha impiegato i dati fossili raccolti negli ultimi due secoli nel database Paleobiology, per creare modelli su scala regionale a partire dalla cosiddetta esplosione del Cambriano fino ai giorni nostri. Utilizzando stime per specifiche aree geografiche, il team è stato anche in grado di valutare l’influenza di particolari fattori ambientali.
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Il nuovo approccio ha permesso di sfatare una diffusa convinzione in tema di patrimonio biologico. La maggior parte degli studi precedenti ritenevano, infatti, che la biodiversità marina fosse aumentata costantemente negli ultimi 200 milioni di anni; la nuova ricerca pubblicata su Science ha rilevato “che i livelli moderni di biodiversità – almeno sulla scala regionale studiata – non sono eccezionali”.
“Quando guardi ai singoli gruppi di animali, puoi vedere fluttuazioni della biodiversità che sono spesso sostanziali”, aggiunge Close. “Ma presi insieme, questi schemi si sommano a una diversità limitata. Alcuni gruppi potrebbero trarre beneficio dalla sfortuna di altri, ma i livelli generali di diversità che vediamo sono rimasti abbastanza stabili per centinaia di milioni di anni”.
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