. La Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES) pubblica lo studio più completo mai realizzato sulle interconnessioni tra biodiversità, cambiamenti climatici, cibo, acqua e salute umana
Affrontare un solo elemento del nesso tra biodiversità, cambiamenti climatici, cibo, acqua e salute umana a scapito degli altri ha impatti negativi sull’umanità e il Pianeta. Ma molte azioni contro la perdita di natura possono avere benefici anche per il clima. Tuttavia, i finanziamenti per la natura sono ancora limitati rispetto a quelli per attività dannose, e riformare i sistemi finanziari globali potrebbe colmare questo divario.
Lo sostiene l’ultimo, grande rapporto dell’IPBES, The Assessment Report on the Interlinkages Among Biodiversity, Water, Food and Health, dedicato alle interconnessioni tra questi 5 ambiti. La Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES) ha realizzato lo studio più completo mai condotto sull’argomento, individuando più di 70 proposte di politiche in grado di massimizzare i benefici trasversali.
La perdita di biodiversità mette a rischio sistemi alimentari, idrici, sanitari e climatici
La biodiversità è essenziale per l’esistenza umana. Supporta cibo, acqua e salute pubblica, oltre a stabilizzare il clima. Tuttavia, negli ultimi 30-50 anni, è diminuita del 2-6% per decennio, a causa di fattori come cambiamenti d’uso del suolo e del mare, sfruttamento eccessivo, specie invasive, inquinamento e cambiamenti climatici. Questi fattori interagiscono, amplificando gli impatti negativi. Finora è stato difficile invertire la rotta a causa di una “governance frammentata” tra i 5 ambiti. L’approccio dominante, oggi, causa una crescita economica insostenibile e iniqua che investe 7.000 miliardi di dollari all’anno in attività dannose per i 5 ambiti.
D’altronde, il rapporto stima che oggi i costi non contabilizzati degli approcci economici attuali siano tra 10 e 25mila miliardi di dollari l’anno. Mentre i sussidi pubblici a attività dannose per la biodiversità ammontano a circa 1.700 miliardi di dollari l’anno.
5 archetipi per calibrare politiche efficaci
Il rapporto passa al vaglio 5 approcci differenti, che chiama “archetipi”. Differiscono per il peso specifico che viene dato a ciascuno dei 5 ambiti che compongono il “nexus”. Ad esempio, dare priorità esclusiva al cibo può portare a danni per biodiversità, clima e risorse idriche. Approcci integrati e sostenibili, come riduzione degli sprechi alimentari e diete sane, offrono invece benefici per tutti gli elementi del nexus. Viceversa, un approccio “conservation first” danneggerebbe i sistemi alimentari, senza apportare benefici sostanziali a salute e risorse idriche.
L’archetipo “bilanciato” e quello “orientato alla natura” costituiscono le opzioni migliori. Il primo si basa su leggi ambientali più stringenti e meno dipendenza dalle tecnologie rispetto al secondo. Dà priorità al ripristino e all’uso sostenibile delle risorse naturali. Ha meno impatti positivi su biodiversità, acqua e clima e impatti leggermente più positivi su cibo e salute umana, rispetto al secondo.