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Biodiversità in Italia, oltre il 50% delle specie in situazione critica

Il rapporto dell’Ispra sulla biodiversità parla di una “conservazione sfavorevole di flora e fauna”. Dai "risultati emerge l'urgente necessità di un maggiore impegno nella conservazione e gestione", pensando anche agli "obiettivi della nuova Strategia europea

Biodiversità in Italia
Di Porzana_parva_Vlaskop – CC BY 2.0 – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10679385

I dati sulla biodiversità in Italia 2021

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Ancora in pericolo specie e habitat marini e terrestri. Questo quanto emerge dal rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) sulla biodiversità in Italia, disponibile on-line sul sito. Dal quadro – aggiornato dello stato di conservazione delle specie animali e vegetali e degli habitat tutelati a livello comunitario presenti nel nostro Paese in ambito sia marino che terrestre – la situazione è “critica per le specie e gli habitat: seppur tutelati ormai da decenni, sono in stato di conservazione sfavorevole il 54% della flora e il 53% della fauna terrestre, il 22% delle specie marine e l’89% degli habitat terrestri, mentre gli habitat marini mostrano status favorevole nel 63% dei casi e sconosciuto nel restante 37%”.

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L’Italia – viene spiegato – è “tra i Paesi europei con maggior ricchezza di specie e habitat e con i più alti tassi di specie esclusive del proprio territorio”. Ma dai “risultati emerge l’urgente necessità di un maggiore impegno nella conservazione e gestione”, pensando anche agli “obiettivi della nuova Strategia europea sulla biodiversità per il 2030” e alla necessità di “rafforzare il monitoraggio”.

Il rapporto sulla biodiversità in Italia offre una sintesi dei dati nazionali prodotti in risposta a direttive e regolamenti europei sulla biodiversità; mostra poi quanto emerso dalle tre rendicontazioni trasmesse dall’Italia alla Commissione Europea nel 2019 nell’ambito delle Direttive Habitat e Uccelli e del Regolamento per il contrasto alle specie esotiche invasive.

I dati presentati riguardano 336 specie di uccelli, 349 specie animali e vegetali e 132 habitat del nostro territorio e dei nostri mari, oltre che 31 specie esotiche invasive. Per quanto riguarda l’avifauna, nonostante il 47% delle specie nidificanti presenti un incremento di popolazione o una stabilità demografica, il 23% delle specie risulta in decremento. E il 37% è stato inserito nelle principali categorie di rischio di estinzione.

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Il pericolo arriva anche da fuori. Delle specie esotiche invasive introdotte nel Paese, un buon 35% è classificato come il più “pericoloso su scala europea”. Eppure ancora oggi manca qualsiasi intervento di gestione. In ambito terrestre a minacciare la biodiversità è soprattutto l’agricoltura, seguita dallo sviluppo infrastrutturale e dall’urbanizzazione. Queste stesse pressioni antropiche colpiscono anche l’avifauna. “In particolare – scrive l’Ispra – le minacce connesse alle moderne pratiche agricole si ritiene abbiano inciso in modo determinante sulla drastica diminuzione delle popolazioni di specie tipiche degli ambienti agricoli, soprattutto in pianura e dove c’è maggiore utilizzo delle colture intensive”. In ambito marino le maggiori minacce sono legate alle attività di prelievo e alle catture accidentali, accompagnate da inquinamento acquatico, trasporti marittimi e dalla costruzione di infrastrutture.