L’indice di Isolamento delle Aree Protette (IAAP) è uno strumento in grado di misurare la connettività della natura a partire dagli spostamenti degli animali dai propri habitat.
Misura la connettività tra aree protette
Di Rita Cantarino
(Rinnovabili.it) – Uno studio condotto da WWF e Università della Columbia Britannica e del Colorado ha ideato un indice in grado di tracciare una mappa degli spostamenti degli animali tra le aree protette terrestri del pianeta e misurare, di conseguenza, la connessione tra tutte le aree protette del mondo.
L’indice di Isolamento delle Aree Protette (IAAP) è di fatto uno strumento in grado di misurare la connettività della natura a partire dagli spostamenti degli animali dai propri habitat.
Angela Brennan, scienziata della conservazione della British Columbia University (UBC), borsista del World Wildlife Fund (WWF) e autrice principale dello studio, ha spiegato: “Abbiamo identificato le aree più vitali del mondo per la connettività. Ora possono essere integrati nei piani di conservazione globali per catturare una dimensione della biodiversità che non era stata sufficientemente presa in considerazione”.
La connettività ecologica delle aree protette in cui dimorano gli animali
La connettività ecologica delle aree protette è un elemento fondamentale per il funzionamento degli ecosistemi: habitat collegati tra loro consentono agli animali di spostarsi per cercare cibo o acqua, per accoppiarsi e tutelare la diversità genetica e la salute delle popolazioni, e di adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici.
A livello globale vige la richiesta di aree protette ben collegate tra loro, tuttavia non è ben definita la nozione di connettività funzionale delle aree terrestri protette a tutela degli animali, nonostante il fatto che sappiamo per certo che un loro eventuale isolamento potrebbe interrompere il flusso di geni e altri meccanismi ecologici, mettendo a rischio le specie e, di conseguenze, i benefici forniti agli esseri umani.
I movimenti degli animali al di fuori delle aree protette
La ricerca, pubblicata su Science, traccia le aree di movimento, al di fuori delle aree protette, in cui si spostano gli animali. Uno degli elementi emersi è che circa il 70% delle aree non protette nelle quali transitano gli animali fa parte di zone la cui conservazione è, per ragioni di biodiversità, prioritaria a livello mondiale.
Lo studio basa la propria stima di isolamento delle aree protette (in base al quale elabora l’indice) su due fattori: la vicinanza di queste ultime tra loro e un quadro d’insieme dei movimenti dei mammiferi attraverso paesaggi con diversi gradi di modificazioni antropiche.
“Per la prima volta disponiamo di una metrica che riflette il grado di connessione tra le aree protette e i mammiferi e che i paesi possono utilizzare per monitorare i loro progressi per raggiungere gli obiettivi globali di connettività”, ha detto il coautore dello studio Robin Naidoo, del WWF-US.
L’indice fornirà inoltre un metodo in base al quale si potranno misurare le variazioni di connettività nel tempo, per verificare l’efficacia degli interventi di conservazione, indirizzare l’azione politica o il piano di rivendicazione dei movimenti ambientalisti, per dare priorità alla conservazione delle aree protette e dei corridoi ecologici su cui circolano gli animali.