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In Amazzonia, l’oro minaccia una riserva indigena su tre

Contrastare le legislazioni nazionali per fermare la deforestazione in Amazzonia

(Rinnovabili.it) – Una riserva indigena dell’Amazzonia su tre è a rischio a causa dell’espansione del settore minerario, lecito e illecito. Che si espande a macchia d’olio ed è arrivato ormai a insistere sul 20% del territorio occupato dai nativi, pari a circa 450mila km2. E la tendenza è in peggioramento. Colpa dell’oro, visto che l’impennata dei prezzi durante la pandemia ha reso ancora più appetitose le riserve che si celano sotto il polmone verde della Terra.

A scattare questa fotografia è il World Resources Institute (WRI), in un rapporto pubblicato il 7 ottobre. Ed è una fotografia dettagliatissima. Il team di ricercatori dell’istituto ha condotto una analisi geospaziale dell’intera Amazzonia. Così, per la prima volta, sono riusciti a stimare l’estensione complessiva delle miniere legali e illegali all’interno dei territori degli indigeni.

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Dei siti di maggiori dimensioni, soltanto la metà è operativa. Ma non è una buona notizia. Il WRI sottolinea, anzi, che una nuova corsa all’oro potrebbe far ripartire le operazioni di scavo in poco tempo, peggiorando ancora di più il quadro. Sono invece circa mezzo milione le attività estrattive di piccole dimensioni. Molti nuovi siti sono comparsi soltanto negli ultimi mesi, complice la pandemia di coronavirus. I ricercatori associano questo sviluppo recente con la corsa pazza dei prezzi dell’oro, che a inizio agosto ha toccato il picco ed era scambiato a 56 euro al grammo, un aumento quasi del 30% in appena 12 mesi.

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Ma non è tutto. Il rapporto di WRI mostra anche che le attività in Amazzonia del settore minerario stanno inquinando almeno 30 fiumi e stanno limitando la capacità delle comunità locali di impedire la deforestazione. Nei tre lustri fra il 2000 e il 2015, infatti, le terre indigene dove ci sono miniere hanno avuto un tasso di deforestazione maggiore rispetto a quelle non toccate dal settore. I valori massimi li raggiungono Bolivia, Ecuador e Perù, dove la perdita di alberi è tre volte maggiore nelle aree con miniere. La soluzione? I ricercatori individuano in un cocktail di strumenti legali la ricetta giusta per salvaguardare le comunità indigene e le loro terre. In modo da contrastare le legislazioni nazionali, che di norma favoriscono le compagnie.

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