(Rinnovabili.it) – La Francia ha approvato una legge a tutela della biodiversità che rischia di diventare quasi del tutto inutile. Le associazioni ambientaliste l’hanno definita “un progresso reale”, anche se non sono mancate le critiche durante i 27 mesi di discussione in parlamento. Ma c’è il pericolo che il prossimo governo – molto probabilmente guidato dai Repubblicani, vista la popolarità sottozero del presidente Hollande – abbia vita facile a bloccare tutto. Quello che fa sollevare più di un sopracciglio è la tempistica legata ad alcuni divieti introdotti con la legge, in particolare quello per i neonicotinoidi.
La legge era già stata criticata aspramente perché non comprendeva né il divieto verso la pesca a strascico né introduceva una tassa sull’olio di palma. Invece il bando dei pesticidi a base di neonicotinoidi, che sono tra i principali responsabili della sparizione delle api, preziosissimi impollinatori e colonna portante della biodiversità di larga parte degli ecosistemi europei, era stato incluso nel progetto di legge e di conseguenza ne era diventato quasi il fiore all’occhiello.
Il problema è che il bando dei neonicotinoidi è stato posticipato alle calende greche: settembre 2018, con alcuni casi particolari per cui, in deroga, la scadenza è invece settembre 2020. Il timore è che il prossimo esecutivo faccia decisamente marcia indietro su questo provvedimento, contestatissimo dalle lobby che sono riuscite a rallentare all’inverosimile i lavori del parlamento. Infatti il divieto in origine era previsto per il 2016, ma il Senato ha bocciato l’opzione e rispedito il testo alla camera bassa. Che ha proposto allora il 2017: niente da fare, il Senato ha rimandato indietro di nuovo la bozza.
“Alla fine abbiamo stabilito delle date per il divieto, ma abbiamo lasciato delle porte aperte e così le lobby avranno il tempo di riorganizzarsi”, lamenta la portavoce dei Verdi Sandra Regol. Tra il 1985 e il 2005 è scomparso circa il 15% delle api del continente, che aiutano il processo di impollinazione dell’85% delle specie vegetali d’Europa. Con ricadute positive sull’economia dell’Ue stimate in oltre 20 miliardi di euro l’anno.