(Rinnovabili.it) – Oltre il 74% degli habitat naturali europei versano in pessimo stato, mettendo a rischio la biodiversità e portando numerose specie animali e vegetali sull’orlo dell’estinzione. In questo quadro, tracciato da un’analisi di mid-term della Biodiversity Strategy tracciata dall’Unione europea, gli obiettivi di conservazione della natura fissati per il 2020 si allontanano sempre più.
La revisione degli obiettivi strategici, condotta dalla Commissione europea, ha portato a conclusioni sconcertanti: non è stato registrato «alcun progresso significativo» nelle pratiche messe in campo per fermare perdita di biodiversità da quando l’Ue ha posto i relativi target cinque anni fa. Un fatto che presenta «gravi implicazioni per la capacità della biodiversità per soddisfare i bisogni umani in futuro», scrivono gli autori della relazione.
Nel 2010 l’UE ha adottato un programma per affrontare il tema della perdita di diversità biologica nel continente, dandosi molteplici scadenze e obiettivi: dalla protezione degli habitat in pericolo alla promozione di pratiche di pesca sostenibili, fino alla riforestazione e la prevenzione della diffusione di «specie aliene invasive».
A metà percorso, l’Agenzia europea per l’Ambiente (EEA) ha detto che è necessario un «maggiore impegno» per rispettare gli impegni presi nel 2010. Secondo gli esperti, infatti, non sono stati compiuti progressi sufficienti a proteggere gli habitat selvatici, ripristinare gli ecosistemi degradati e applicare le politiche per la pesca sostenibile.
Il rapporto ha concluso che gli obiettivi del 2020 saranno raggiunti solo se «gli sforzi di attuazione e controllo diventano molto più audaci e più ambiziosi».
La relazione ha messo in guardia i regolatori europei: la capacità della natura di «pulire l’aria e l’acqua, impollinare i raccolti e limitare gli impatti di catastrofi come le inondazioni» viene fortemente compromessa a causa dei danni ambientali provocati dall’azione dell’uomo.
«L’agricoltura industriale sta mangiando la nostra fauna selvatica – ha criticato infatti l’ONG Friends of the Earth – I politici devono fare molto di più per supportare sistemi alimentari locali sostenibili che migliorino la qualità dell’ambiente».